Pastore battista e premio Nobel per la pace, Martin Luther King nasce nel 1929 ad Atlanta (Georgia) nel sud degli Stati Uniti. Fin dall’infanzia, King sente il problema della discriminazione razziale e della separazione tra bianchi e neri nella società americana. Dopo un periodo di studi in giurisprudenza, King passa agli studi di teologia e nel 1954 si trasferisce con la moglie Coretta Scott a Montgomery (Alabama), per svolgervi il ministero pastorale in una chiesa battista. Proprio a Montgomery il 10 dicembre 1955 avviene l’episodio che dà inizio al movimento per i diritti civili, quando l’afro-americana Rosa Parks su un autobus occupa un posto riservato ai bianchi e viene arrestata perché si rifiuta di alzarsi. La notizia si diffonde rapidamente e la comunità nera decide di boicottare i mezzi di trasporto pubblico, scegliendo unanimemente Martin Luther King come capo del movimento. Il boicottaggio totale dura 382 giorni, finché il movimento ottiene l’abolizione della segregazione sui mezzi pubblici. Le reazioni dei bianchi però sono violente e King diviene il bersaglio di minacce, arresti e attentati.
Nonostante la fatica e i momenti di sfiducia, con la forza della fede King prosegue nel suo impegno per i diritti civili e il movimento si estende a tutti gli Stati Uniti. Nel 1957 fonda la Southern Christian Leadership Conference (SCLC), movimento nonviolento per i diritti civili. Tra le manifestazioni più importanti, il pellegrinaggio di preghiera a Washington per il pieno diritto di voto ai neri (1957) e nel 1963 gli attacchi violenti della polizia sui manifestanti inermi a Birmingham (Alabama), che – sotto la pressione dell’opinione pubblica inorridita – porterà alla fine della segregazione nei luoghi pubblici e all’assunzione al lavoro per bianchi e neri su basi egualitarie. Nello stesso anno avviene la marcia dei 250 mila a Washington per chiedere l’approvazione della legge sulla parità dei diritti civili: di fronte ad una folla di bianchi e neri che cantano e pregano intorno al monumento a Lincoln, King pronuncia il suo celebre discorso profetico: “Ho ancora un sogno… tutti i figli di Dio, bianchi e neri, ebrei e pagani, evangelici e cattolici, potranno giungere le mani e cantare l’antico inno degli schiavi: ‘Finalmente liberi! Finalmente liberi! Gran Dio onnipotente, siamo finalmente liberi!’”.
La legge per i diritti civili viene finalmente approvata il 10 febbraio 1964. La figura di Martin Luther King attira l’interesse di tutto il mondo e i suoi scritti sono tradotti in molti paesi. Alla fine dello stesso anno gli viene conferito il premio Nobel per la pace “per aver fermamente e continuamente sostenuto il principio della nonviolenza nella lotta razziale nel suo paese”.
King prosegue l’attività di promozione dei diritti civili tra mille difficoltà e allarga gli obiettivi del movimento alla lotta contro la povertà e contro il coinvolgimento degli USA nella guerra del Vietnam. Il 4 aprile 1968 a Memphis (Tennessee), Martin Luther King, affacciatosi sulla terrazza dell’hotel in cui si trova insieme ad altri leader neri, viene ucciso da un colpo di fucile. Al suo funerale partecipano migliaia di persone che riconoscono in lui un leader e un profeta che ha interpretato il tormento d’un popolo e lo ha guidato con la nonviolenza nella lotta per i propri diritti.