Roma (NEV), 1 febbraio 2017 – Oggi pomeriggio è stato firmato presso il Ministero dell’Interno il “Patto nazionale per un islam italiano”. Sottoscritto dal ministro Marco Minniti, dalle principali organizzazioni islamiche in Italia e dal coordinatore del Consiglio per i rapporti con l’islam, Paolo Naso, rappresenta una “prima” assoluta.
Il documento, stilato sulla base del lavoro preliminare svolto dal Consiglio per i rapporti con l’islam, si struttura in tre parti. La prima: un richiamo di ordine generale ai principi costituzionali e alle norme in materia di libertà religiosa, di contrasto alle discriminazioni e di promozione alla coesione sociale. La seconda consta di 10 punti ed esprime gli impegni dei rappresentanti dell’islam italiano, i quali ribadiscono il loro orientamento al dialogo, alla collaborazione con le istituzioni e alla costruzione di un islam che promuova le sue tradizioni e i suoi valori nel quadro dell’ordinamento italiano e del pluralismo culturale e religioso che si è affermato nel paese. Tra gli impegni: la formazione adeguata degli imam, criteri di trasparenza nella gestione amministrativa dei centri islamici, sermoni anche in lingua italiana. La terza parte, invece, è quella più innovativa che segna una “svolta” nei rapporti tra lo Stato e le comunità islamiche in Italia: riguarda cioè l’impegno del ministro a promuovere regolari incontri di dialogo e a fornire specifici percorsi per il riconoscimento giuridico nella prospettiva di intese future. Proprio su questo tema è intervenuto il ministro Minniti, ribadendo come il patto sottoscritto oggi, non sia soltanto un investimento a favore di una società interculturale e interreligiosa, ma anche sulla sicurezza del paese e dello stesso islam in Italia.
Piena soddisfazione è stata espressa da Paolo Naso, coordinatore del Consiglio per i rapporti con l’islam, e in questa qualità firmatario del Patto: “per la prima volta un documento ufficiale esprime un’intenzione bilaterale che non impegna soltanto l’islam italiano, ma anche le istituzioni in un percorso comune, percorso che implica concreti impegni anche dal punto di vista giuridico. Sin d’ora – ha concluso – sono previste altre occasioni di incontro specificatamente rivolte ai giovani musulmani, attori essenziali di ogni politica di integrazione e di dialogo interculturale di oggi, e soprattutto di domani”.