Roma (NEV), 9 giugno 2017 – Il Sinodo Generale episcopale tenutosi a Edimburgo ha votato, con 96 voti a favore e 33 voti contrari, per consentire alle coppie dello stesso sesso di sposarsi in chiesa. La legge canonica sarà cambiata, andando a rimuovere la definizione che il matrimonio è tra un uomo e una donna. Questo significa che i cristiani omosessuali provenienti da qualsiasi chiesa anglicana potranno ora chiedere di sposarsi in una comunità della Chiesa episcopale di Scozia (CES). Nella nuova legge canonica verranno definite diverse intese di matrimonio, consentendo al clero di celebrare il matrimonio tra coppie dello stesso sesso e a coppie del sesso opposto, al tempo stesso consentendo ai membri del clero di non celebrare un matrimonio contro la propria coscienza.
Il segretario generale della Comunione anglicana, arcivescovo Josiah Idowu-Fearon, ha dichiarato: “Le chiese della Comunione anglicana sono autonome e libere di prendere le proprie decisioni sulla legge canonica. La decisione di oggi non è una sorpresa, dato l’esito del voto al Sinodo episcopale un anno fa. Ci sono opinioni diverse sul matrimonio dello stesso sesso all’interno della Comunione anglicana.” Pur sottolineando che questo voto “mette la Chiesa episcopale di Scozia in contrasto con la posizione maggioritaria per la quale il matrimonio è l’unione permanente di un uomo e una donna – Idowu-Fearon ha rimarcato – come segretario generale, voglio che le chiese della Comunione anglicana rimangano impegnate a camminare insieme nell’amore di Cristo e ad elaborare come possiamo mantenere la nostra unità e mantenere il valore di ogni individuo, nonostante le differenze profonde. È importante sottolineare la forte opposizione della Comunione alla criminalizzazione delle persone LGBTIQ”. I primati della Comunione anglicana si riuniranno a Canterbury in ottobre, sede in cui verrà discussa formalmente la decisione presa dalla CES.
Il primate della CES, David Chillingworth, ha commentato: “Questo è un passo importante. Rimuovendo l’indicazione di genere sessuale dal nostro canone sul matrimonio, la nostra chiesa afferma ora che una coppia dello stesso sesso non solo si può sposare, ma si sposa davanti a Dio. Ma questa stessa decisione è difficile e dolorosa per altri, la cui integrità nella fede dice loro che questa decisione sia contraria alla scrittura e profondamente sbagliata. Per loro questo nuovo capitolo sarà percepito come un’esclusione, come se la loro chiesa si fosse allontanata da loro. Quindi il viaggio che ora cominciamo deve anche essere un viaggio di riconciliazione. Ogni comunità di fede deve affrontare le questioni legate alla sessualità umana, ciascuna con i suoi modi e con i suoi tempi. Altri arriveranno a risposte diverse dalla nostra. E la Comunione anglicana, che è parte della nostra storia e alla quale con passione siamo devoti, dovrà esplorare se il suo impegno storico all’unità nella diversità possa abbracciare questo cambiamento”.
Il tema dell’omosessualità, da anni, è oggetto di forti tensioni in seno alla Comunione anglicana, soprattutto tra le chiese occidentali e quelle africane, più conservatrici. Risale a gennaio del 2016 la sospensione per tre anni della Chiesa episcopaliana – braccio statunitense e progressista della comunione anglicana – per aver introdotto il matrimonio gay.