Roma (NEV), 18 maggio 2011 – Sono iniziati ieri a Kingston (Giamaica) gli incontri della Convocazione ecumenica internazionale per la pace promossa dal Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) e che rappresenta l’appuntamento conclusivo e cardine del Decennio per sconfiggere la violenza (DOV) lanciato dal CEC nel 2001. Gli incontri del più grande raduno ecumenico sulla pace mai organizzato si protrarranno fino al 25 maggio e gli oratori che si succederanno dibatteranno sulle quattro tematiche principali della Convocazione, che sono: pace nella società, pace con la terra, pace nell’economia e pace tra i popoli. Oggi, a dare il via ai lavori sono: il pastore Olav Fykse Tveit, segretario generale del CEC; il pastore Paul Gardner, presidente del Consiglio delle chiese della Giamaica; la pastora luterana tedesca Margot Kässmann; il metropolita della chiesa ortodossa russa Hilarion di Volokolamsk; e il pastore anglicano Paul Oestreicher.Dall’Italia partecipa, in qualità di delegata, la pastora Letizia Tomassone, vice presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) ed è prevista anche la partecipazione di alcuni rappresentanti di associazioni cattoliche, tra cui Pax Christi e Cipax.“La Convocazione arriva in un momento in cui il mondo sta sperimentando dei cambiamenti politici significativi e molti di essi stanno arrivando attraverso violenza e conflitto – ha dichiarato Tveit. – Questo evento mette insieme i movimenti pacifisti e i leader delle chiese e offre lo spazio e il tempo necessario per esplorare il ruolo della chiesa e della religione come portatrici di pace. Ci chiederemo l’un l’altro cosa significhi seguire Cristo oggi e domani. Ma la pace – conclude Tveit – non si costruisce solo attraverso la cessazione dei conflitti, ma anche nella ricerca di giustizia e nella costruzione di condizioni sostenibili per la pace”.La Convocazione è stata accolta con entusiasmo dai leader nazionali giamaicani, esprimendo il desiderio, come ha sottolineato il primo ministro Bruce Golding, che la Convocazione sia “un evento ispirato ed ispiratore”, enfatizzando, inoltre, il ruolo cruciale che hanno le chiese nello sviluppo della società, specialmente nei contesti ad alto tasso di criminalità e violenza, come nel caso della Giamaica. La popolazione dell’isola, infatti, versa in larga parte in condizioni di estrema povertà e questo è uno dei motivi fondamentali per cui spesso essa si lega alle bande criminali e al traffico di stupefacenti. Le lotte fra bande per la supremazia sul territorio sfociano inevitabilmente in acuti episodi di violenza che addirittura, come avvenuto nel maggio 2010, vedono la popolazione locale contrapporsi alla polizia in difesa dei narcotrafficanti. Di qui l’importanza di una seria riflessione sulla pace, poiché, come affermato dal governatore generale della Giamaica Patrick Allen “non c’è nulla di ciò che c’è di sbagliato in Giamaica che non possa essere aggiustato da ciò che è giusto” e, aggiunge Allen, “la massima risorsa per la pace è il Vangelo”.In questo contesto si inscrive la Giornata mondiale di preghiera per la pace promossa dal CEC prevista per il 22 maggio e pensata per dare alle singole comunità la possibilità di aderire spiritualmente all’evento della Convocazione. Il testo suggerito come guida alla preghiera, basato su Efesini 2 in cui Cristo “che è la nostra pace” fa largo alla pace fra tutti noi per creare “una nuova umanità”, è anche un modo per ricordare il filo conduttore che unisce le tematiche dibattute durante la Convocazione.Sul sito www.overcomingviolence.org è possibile seguire in streaming l’intero programma della Convocazione, scaricare il materiale liturgico previsto per gli incontri e la preghiera per la pace tradotta in diverse lingue. (mil)