Roma (NEV), 1 giugno 2011 – Le istituzioni europee sono più aperte che mai alla cooperazione con le chiese. Questo il commento – riportato dall’Agenzia ENI – dal pastore Rüdiger Noll, direttore della Commissione chiesa e società della Conferenza delle chiese europee (KEK), al termine dell’annuale meeting tra le massime cariche istituzionali dell’Unione europea (UE) e una ventina di leader religiosi espressione delle diverse comunità di fede del Vecchio Continente. Si è trattato del settimo incontro del genere dal 2005. A ricevere il 30 maggio a Bruxelles – nello spirito del “dialogo strutturato” come previsto dall’art. 17 del Trattato di Lisbona – gli esponenti cristiani, ebraici, islamici e buddisti di 13 stati membro della UE, sono stati il presidente della Commissione europea José Manuel Barroso, il presidente del Parlamento europeo Jerzy Buzek, e il presidente del Consiglio europeo Herman van Rompuy.
All’ordine del giorno è stata l’importanza di promuovere i diritti e le libertà democratiche con l’obiettivo di costruire una partnership per la democrazia e per una prosperità condivisa in Europa e nei paesi vicini. In riferimento al tema discusso il presidente della KEK, metropolita Emmanuel di Francia, nel suo intervento ha detto che il mondo della fede “può rappresentare un alleato potente”, sottolineando l’impegno della KEK a favore dei diritti delle minoranze e dei migranti, della giustizia economica, della partecipazione, della solidarietà, della libertà di espressione e di religione. “Si è parlato delle rivolte arabe e della risposta europea, così come della crisi finanziaria ed economica europea. Nei due casi i presidenti delle istituzioni europee hanno espresso la necessità di un nuovo approccio alla UE che sia basato sui valori e sulle comunità che la compongono, invece che sul mero sistema economico”, ha aggiunto Noll.
Alla vigilia del meeting, sempre a Bruxelles, dal 25 al 28 maggio si è tenuta l’annuale plenaria della Commissione chiesa e società della KEK con al centro proprio il dialogo strutturato, trasparente e regolare con le istituzioni UE, che per Noll rappresenta “un’occasione per le chiese di condividere la nostra expertise non solo in materia di religione, ma anche in riferimento ai diritti umani e agli affari sociali”. Tra le altre cose infatti, è stato deciso di realizzare un Manuale di training sui diritti umani indirizzato alle chiese europee. (gc)