Roma (NEV), 16 novembre 2011 – Scopo di un censimento è fornire attraverso dei dati statistici una “fotografia” il più vicina possibile alla realtà del proprio paese. Tuttavia, il censimento in corso in Italia rischia di offrire un’immagine in alcuni punti alquanto distorta. E’ infatti clamoroso che secondo l’ISTAT l’unica istituzione educativa in grado di dare titoli universitari in teologia sia la Pontificia Università Gregoriana. A denunciarlo è Tiziano Rimoldi, direttore dell’Istituto avventista di cultura biblica “Villa Aurora” di Firenze.
“Compilando online il formulario completo, nella sezione dedicata agli studi, qualora si fosse conseguito un titolo post-secondario in teologia, l’unica scelta possibile è l’Università Gregoriana”, ha spiegato Rimoldi in un articolo apparso giovedì scorso su Notizie Avventiste, il bollettino settimanale dell’Unione italiana delle chiese cristiane avventiste del 7° giorno (UICCA). “Per l’ISTAT – ha proseguito Rimoldi – quindi non solo non esistono le altre prestigiose istituzioni teologiche riconosciute dalla Santa Sede, ma men che meno esistono la Facoltà valdese di teologia, l’Istituto avventista di cultura biblica o i Collegi e le Scuole rabbiniche, tutte istituzioni educative teologiche che rilasciano titoli post-secondari riconosciuti dallo Stato italiano”.
Cercando di ottenere spiegazioni, Rimoldi informa che “i vertici dell’Istat non hanno ritenuto di dover rispondere, mentre gli operatori che rispondono alla email dedicata all’assistenza hanno pilatescamente rassicurato i compilatori che se anche la risposta ‘Università Gregoriana’ non è corretta ‘è però quella che si avvicina di più alla Sua formazione’ e che quindi ‘anche se non è la risposta che Lei vorrebbe selezionare non incorrerà in nessuna sanzione’”. Così alla fine del censimento l’Istat disporrà di un dato sulle “istituzioni di formazione teologica che, nella migliore delle ipotesi sarà inutilizzabile perché non corrispondente alla realtà e che non ci aiuterà a farci un’idea più precisa dell’Italia com’è e non come si pensa che sia o che dovrebbe essere. Peccato!”, ha concluso Rimoldi.