Roma (NEV), 20 giugno 2012 – La Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) segue con viva preoccupazione quanto sta avvenendo in Nigeria. Lo ha affermato il presidente della FCEI, il pastore Massimo Aquilante, in un comunicato stampa diffuso all’indomani delle ennesime stragi di cristiani avvenute per mano del gruppo islamista radicale “Boko Haram” nel nord del paese africano domenica scorsa.
“Siamo solidali con le chiese colpite – ha dichiarato il pastore Aquilante -, alcune delle quali ci sono sorelle per la comune appartenenza confessionale, e siamo vicini nella preghiera alle famiglie vittime di questa ingiustificabile violenza. Non può però sfuggirci che il clima di violenza faccia parte di una precisa strategia che vuole trasformare la Nigeria in una immensa Irlanda del Nord nel cuore dell’Africa. Le ragioni del conflitto – come più volte affermato anche dagli organismi ecumenici mondiali come il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) – più che religiose o etniche sono di natura politica ed economica e riguardano la distribuzione delle immense ricchezze della Nigeria gestite al 95% dallo Stato. Il clima da guerra civile che sta avvolgendo il paese, e a cui contribuiscono anche gli episodi di ritorsione dei cristiani, può essere dissolto solo da un faticoso ma necessario impegno per il dialogo e la collaborazione tra credenti cristiani e musulmani che non si facciano ingannare dalla chiamata alla ‘guerra di religione’ e il cui cuore sia volto alla pace e alla collaborazione. Esempi in questo senso esistono e vanno sostenuti”.
Il riferimento è alla recente visita in Nigeria di una delegazione guidata dal pastore Olav Fykse Tveit, segretario generale del CEC, e dal principe Ghazi bin Muhammad di Giordania, presidente dell’Istituto reale per il pensiero islamico Aal Al-Bayt.
I due esponenti religiosi, dal 22 al 25 maggio, oltre ad incontrare rappresentanti delle comunità cristiane e musulmane e della società civile nella capitale nigeriana Abuja, hanno visitato le città di Kaduna e Jos, nel nord del paese, dove più forte è la violenza scaturita dalle azioni del gruppo islamista radicale “Boko Haram”.
E’ invece della scorsa settimana l’appello di Emmanuel Dziggau, presidente della Chiesa unita di Cristo in Nigeria (HEKAN), di pregare e non reagire di fronte a queste violenze. Sulla stessa linea anche la Chiesa evangelica riformata di Cristo (ERCC) che ha lanciato una raccolta di fondi in tutta la nazione a favore delle famiglie delle vittime delle violenze.
Un messaggio di incoraggiamento è giunto alle chiese nigeriane anche da parte di Setryi Nyomi, segretario generale della Comunione mondiale delle chiese riformate (CMCR): “La nostra simpatia fraterna va alle famiglie delle vittime – ha detto Nyomi -. Apprezziamo particolarmente lo sforzo delle nostre chiese sorelle di lavorare insieme ai musulmani che hanno a cuore l’amore e la pace per costruire comunità capaci di vivere in armonia”.