Roma (NEV/ACNS), 27 giugno 2012 – Si è conclusa con una nota di speranza la conferenza cristiano-musulmana sulla pace tenutasi a Beirut (Libano) dal 18 al 20 giugno scorso. Organizzata dalla Cattedrale nazionale di Washington, la conferenza è il secondo incontro di un processo di dialogo intitolato “Cristiani e musulmani per costruire la pace e la giustizia in un mondo violento e in cambiamento”. Il documento finale, sottoscritto dagli oltre 25 partecipanti – tra cui il vescovo episcopaliano americano John Chane, l’ex arcivescovo di Canterbury George Carey, il presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, cardinale Jean-Louis Tauran, nonché qualificate delegazioni di musulmani sciiti e sunniti, provenienti dall’Iran, dalla Libia e dal Libano -, fa appello ai leader e alle istituzioni religiose per collaborare alla promozione dei diritti umani, all’autodeterminazione, alla coesistenza pacifica, e alla nonviolenza, in particolare in Terra Santa e a Gerusalemme.
La conferenza ha affrontato i temi della libertà e dell’educazione religiosa, il contenimento dell’emigrazione cristiana dal Medio oriente, il ruolo delle donne: c’è stata inoltre una condanna dei massacri in Siria dove ai cittadini dovrebbe “essere garantito il diritto di vivere in dignità e auto-determinazione”. E’ stato inoltre evidenziato come ogni passo in avanti nel dialogo e nella cooperazione non possa prescindere dal “riconoscimento di secoli di misfatti in nome della religione”. Il prossimo incontro di questa iniziativa di dialogo si terrà tra due anni in un luogo ancora da definire, anche se sono stati citati sia Roma che l’Iran.