Roma (NEV), 19 dicembre 2012 – Si è svolto il 12 e 13 dicembre scorsi, presso la sede dell’ONU di Ginevra, il dialogo su “Fede e protezione” organizzato dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (ACNUR). E’ in assoluto il primo incontro dell’ACNUR che mette insieme rappresentanti delle comunità religiose, delle istituzioni politiche nazionali e delle organizzazioni umanitarie non governative per riflettere sul ruolo delle organizzazioni religiose nella protezione di rifugiati, apolidi e profughi. “Per la maggior parte delle persone sradicate non c’è nulla di più forte della loro fede per affrontare la paura, la perdita, la separazione e l’indigenza”, ha sottolineato nel discorso di apertura dell’incontro Antonio Guterres, Alto Commissario ONU per i rifugiati. Sebbene l’ACNUR sia un’organizzazione laica, “non può permettersi di ignorare la religione – ha proseguito Guterres -, perché ciò significherebbe ignorare le sue potenzialità nel preservare la dignità e nel trovare soluzioni per le persone di cui ci prendiamo cura”.
Al Dialogo hanno partecipato circa 400 persone, tra le quali esponenti internazionali delle comunità buddhiste, cristiane, ebraiche e musulmane. Tra gli intervenuti, il pastore Olav Fykse Tveit, segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), ha sottolineato come i concetti di “ospitalità e protezione siano al centro dei valori cristiani. Gesù infatti ci ha insegnato a non porre limiti alla definizione del nostro prossimo” che quindi va sostenuto indipendentemente dalla sua appartenenza religiosa o politica e dalla sua provenienza geografica. Un importante contributo al dibattito è stato dato dal vescovo Munib Younan, presidente della Federazione luterana mondiale (FLM). “Tra le diverse religioni vi sono molti punti di contatto per quel che riguarda l’accoglienza dell’altro – ha sottolineato Younan che si è poi chiesto: Come trasformare questi elementi comuni in una concreta azione di partenariato?”. Nel suo intervento Younan ha attinto dalla concreta esperienza della FLM che, per importanza, è il quinto partner ufficiale dell’ACNUR e il primo per quanto riguarda la gestione dei campi profughi di Daadab, in Kenya. Younan ha quindi proposto la stesura di un codice di condotta per leader religiosi sia per quel che riguarda l’accoglienza dell’altro, sia per definire relazioni di rispetto e collaborazione tra comunità di fede diverse.
In questa stessa direzione, ma con l’intento di offrire una conoscenza più approfondita delle diverse fedi, l’Alto Commissario Guterres ha sottolineato la necessità di un corso di alfabetizzazione religiosa ad uso degli operatori dell’ACNUR.