Roma (NEV), 30 gennaio 2013 – Ricorre dal 1° al 7 febbraio la terza edizione della “Settimana mondiale per l’armonia tra le fedi” istituita nel 2010 dall’ONU. Da venerdì, e per una settimana, nei cinque continenti si terranno migliaia di eventi dedicati al dialogo e alla reciproca conoscenza, contro pregiudizi, razzismi e intolleranza: particolare rilevanza rivestono le iniziative nelle zone ad elevata tensione tra comunità di fede, come in Israele e Palestina, Bosnia Erzegovina, Egitto, India, Pakistan, Filippine, ma anche in Nigeria, dove è di ieri la notizia di un cessate il fuoco unilaterale da parte dei terroristi islamici di Boko Haram.
L’idea di dedicare a livello mondiale una settimana all’armonia tra le religioni fu lanciata nel 2010 da re Abdullah II di Giordania, il quale prese spunto dalla “lettera aperta” dei 138 saggi musulmani “Una parola comune”, indirizzata nel 2007 al mondo cristiano. Poche settimane dopo l’Assemblea generale dell’ONU approvò all’unanimità la rispettiva risoluzione. Un sostegno che va ben al di là dei 193 Stati membro dell’ONU: espressioni di adesione alla Settimana sono arrivati, e continuano ad arrivare, da decine e decine di leader religiosi mondiali, esponenti del mondo ecumenico e responsabili di organismi per il dialogo interreligioso, ma anche singoli teologi e studiosi.
Il Consiglio della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), nel febbraio 2011, in occasione della prima edizione della “Settimana”, aveva adottato un documento dal titolo “Dialogo interreligioso in Italia”, nel quale aveva posto l’accento sul tema della laicità: “Proprio perché viviamo in una società multireligiosa riteniamo che il collante sociale debba essere costituito attorno ai valori della laicità, in un rinnovato patto di cittadinanza”. (Per il testo integrale clicca qui).