Roma (NEV), 13 febbraio 2013 – “E’ indubbio che si tratta di un gesto di grande coraggio, dettato piuttosto dalle condizioni di salute fisica di Benedetto XVI. Allo stato attuale, noi auspichiamo che il suo successore possa riaprire un processo di sensibilizzazione verso il cammino ecumenico che è sempre più necessario e che in questi ultimi anni ha piuttosto battuto il passo”. Questa a caldo la reazione del pastore Massimo Aquilante, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), in seguito all’abdicazione di Benedetto XVI dal ministero papale avvenuta l’11 febbraio.
Numerose le reazioni dal mondo protestante, che complessivamente ha accolto la notizia della rinuncia del papa con ammirazione e stupore (vedi notizie successive). Tra i leader delle chiese protestanti in Italia il pastore Holger Milkau, decano della Chiesa evangelica luterana in Italia (CELI), ha dichiarato: “Benedetto XVI è sempre stato un personaggio ragionevole; avrà riflettuto a lungo sulla sua decisione. Non sono molte le persone, nell’ambito delle chiese, capaci di valutare al meglio le proprie forze ed i propri compiti. In questo senso, la dichiarazione del Papa suscita in me rispetto e riconoscenza. Dimostra che la chiesa romana cattolica in Benedetto XVI ha avuto un grande papa, che ora perde”. Milkau ha quindi ricordato come Benedetto XVI abbia “sostenuto favorevolmente, seppur in modo poco ‘dichiarato’, il rapporto tra evangelici e cattolici. Come luterani italiani ricordiamo con gratitudine la sua visita alla nostra comunità di Roma, e gli inviti alle celebrazioni ecumeniche, l’ultima delle quali i Vespri ecumenici a San Paolo fuori le Mura, lo scorso 25 gennaio”.
Il moderatore della Tavola valdese, pastore Eugenio Bernardini, ai microfoni di Radio Beckwith evangelica ha sottolineato il coraggio di Benedetto XVI, per aver assunto questa decisione: “Segnala le sue debolezze, le riconosce, le dice apertamente e si mette da parte con uno spirito di servizio. Quindi modernizzazione, ma anche molta lucidità e maturità. Resta il fatto che queste dimissioni sono state dichiarate un po’ all’improvviso, in un momento in cui apparentemente Benedetto XVI è ancora in grado di decidere e governare. Quindi ancora più apprezzabile. Dal mio punto di vista, al di là delle ragioni che si possono andare a scandagliare, resta il rispetto per una scelta che sicuramente non deve essere stata semplice e che aiuta la chiesa ad aprirsi alla semplicità della vita di tutti gli esseri umani che faticosamente vivono il declino, la fragilità e le difficoltà della vecchiaia”.
L’Alleanza evangelica italiana (AEI) in un comunicato, apprezzando la forza delle convinzioni di Benedetto XVI, ha espresso “umana comprensione per una scelta motivata dalla percezione di una crescente debolezza personale”.
Benedetto XVI/2. “Decisione storica”. La reazione dei teologi valdesi Ricca e Ferrario
Roma (NEV), 13 febbraio 2013 – A pochi minuti dalla notizia dell’abdicazione di Benedetto XVI dal ministero pontificio, Paolo Ricca e Fulvio Ferrario, due prominenti teologi valdesi, avevano subito sottolineano la portata storica di tale gesto. “Un gesto coraggioso, nuovo e apprezzabile”, ha dichiarato l’11 febbraio all’Agenzia NEV il teologo Ricca, che conosce Joseph Ratzinger sin dal Concilio Vaticano II, quando tutti e due giovanissimi vi parteciparono. Memorabile anche il dialogo sull’ecumenismo tenutosi nel 1993 tra l’allora Prefetto della Congregazione vaticana per la dottrina della fede e il professore della Facoltà valdese Paolo Ricca, per il quale i recenti silenzi del papa apparivano “strani”: “Mi chiedevo se per caso non fosse per una possibile malattia, e spero sinceramente che di questo non si tratti. Certamente questa dichiarazione è un fatto nuovo, direi positivo, ‘motivato dal forte peso dell’incarico’. La novità, a mio parere, la si può vedere nell’atto di umanizzazione che lo stesso papa si è restituito con tale gesto. Una figura, quella papale, solitamente e volutamente rappresentata al di sopra dell’umano, grazie al dogma dell’infallibilità e del primato universale”.
Per Fulvio Ferrario, docente di teologia sistematica alla Facoltà valdese di Roma e coordinatore della Commissione battista, metodista e valdese per le relazioni ecumeniche, siamo di fronte ad “un messaggio significativo per tutti coloro che tentano, nella loro debolezza e con molti errori, di servire la propria chiesa”. Ferrario ha espresso “profonda e anche ammirata meraviglia”, e ha aggiunto: “come cristiano e ministro della chiesa mi colpisce la lucidità umana e spirituale che la decisione di Benedetto XVI esprime, ma anche l’idea, espressa quasi di passaggio, secondo la quale il suo ministero, che pure richiede le forze fisiche che egli ritiene di non avere più, si esercita ‘non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando'”.
Benedetto XVI/3. Leader protestanti ed ecumenici mondiali: “rispetto per la decisione”
Roma (NEV), 13 febbraio 2013 – “Abbiamo pieno rispetto per la decisione presa da Benedetto XVI”, ma soprattutto per il modo in cui, fino ad oggi, egli ha “assunto la responsabilità e il peso del suo ministerio in un’età avanzata e in un tempo particolarmente impegnativo per la chiesa”. E’ questa la prima reazione del pastore Olav Fykse Tveit, segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), che a New York, dove era in visita agli uffici dell’ONU, ha saputo dell’abdicazione del papa. Tveit ha ricordato l’apporto del pontefice al movimento ecumenico, riferendosi in particolare al periodo tra gli anni ’60 e ’70, quando Joseph Ratzinger era membro della Commissione Fede e Costituzione del CEC.
Eguale apprezzamento per una “notizia che abbiamo ricevuto con molto stupore ed ammirazione”, è stato espresso dal pastore Guy Liagre, segretario generale della Conferenza delle chiese europee (KEK). “Riconosciamo – ha aggiunto Liagre – che la decisione di Benedetto XVI è stata presa nella preghiera”.
La notizia è stata accolta con sorpresa anche dal vescovo Munib Younan e dal pastore Martin Junge, rispettivamente presidente e segretario generale della Federazione luterana mondiale (FLM). Entrambi hanno ribadito la loro vicinanza nella preghiera al papa e alla chiesa cattolica romana. Un particolare apprezzamento è stato espresso per l’impegno ecumenico di Benedetto XVI in relazione ai 50 anni di dialogo tra FLM e Vaticano, che papa Ratzinger ha sostenuto a diverso titolo nel corso degli anni.
Il presidente della Chiesa evangelica in Germania (EKD), pastore Nikolaus Schneider – ricordando la visita nel settembre 2011 del papa a Erfurt presso il monastero agostiniano dove visse il riformatore Martin Lutero – per parte sua si è detto “colpito”, ma ha accolto con “grande rispetto” la decisione del papa, che “rientra evangelicamente nella misura dell’umano”.
Il sito della Chiesa metodista britannica riporta il commento di Ken Howcroft, pastore della chiesa metodista di Ponte Sant’Angelo a Roma e rappresentante presso il Vaticano dei metodisti mondiali. “E’ triste quando un leader cristiano pensa di doversi ritirare dai propri uffici in questo modo – ha detto Howcroft –. Ho sentito il papa durante i vespri di chiusura della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani a San Paolo fuori le mura, ed ho apprezzato la saggezza e la chiarezza del suo messaggio. Tuttavia, recentemente, sembrava essere umanamente più fragile, a fronte di grandi sfide che tutte le nostre chiese oggi si trovano ad affrontare”.
“Nonostante papa Benedetto non abbia servito a lungo, egli ha saputo mostrare il suo impegno per la missione della chiesa”, ha scritto il pastore Setri Nyomi, segretario generale della Comunione mondiale delle chiese riformate (CMCR), in una lettera inviata al cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani. Assicurando la sua vicinanza nella preghiera, Nyomi ha espresso la speranza che “il papa trovi sollievo e riposo, una volta deposto il peso del servizio inerente al suo ruolo”.