Roma (NEV), 6 marzo 2013 – Nel 1753 John Wesley, il fondatore del metodismo, definiva diabolica l’obiezione secondo cui i poveri sono tali perché pigri. Eppure ancora oggi in Gran Bretagna sono molte le persone nelle chiese e nell’opinione pubblica a condividere questa analisi, accusando i poveri di essere la causa della loro condizione. E’ per combattere questa falsa immagine della povertà che la Chiesa metodista di Gran Bretagna, la Chiesa di Scozia, la Chiesa riformata unita e l’Unione battista britannica hanno pubblicato un rapporto intitolato “Le bugie che raccontiamo a noi stessi: porre fine ai miti rassicuranti sulla povertà”. La preoccupazione delle quattro chiese, che insieme contano circa un milione di fedeli, è rivolta ai 13 milioni di cittadini britannici, tra i quali 3,6 milioni di bambini, che vivono sotto la soglia di povertà. Verso di loro, denunciano le quattro denominazioni protestanti, è in corso una campagna di disinformazione attuata dal governo e dai mezzi di comunicazione per rendere accettabili i tagli profondi ai sussidi di Stato. Se i poveri sono responsabili con le loro scelte e azioni della loro povertà, allora meritano di veder tagliati gli aiuti che ricevono dalle istituzioni.
Il documento – che sarà inviato a tutti i membri dei Parlamenti britannico e scozzese, oltreché ampiamente diffuso nelle chiese e tra l’opinione pubblica – prende in esame sei miti da sfatare. Il primo riguarda il luogo comune che i poveri sono tali perché non vogliono lavorare e non cercano un impiego. Ebbene, le statistiche mostrano che una delle cause principali della povertà è il lavoro sottopagato. Allo stesso modo, l’80% dell’opinione pubblica britannica crede che una larga parte delle persone che ricevono sussidi li abbiano ottenuti con la frode, mentendo sulle loro reali condizioni di vita. In realtà, le truffe incidono sul bilancio dei sussidi pubblici solo per lo 0.9%, un dato record che evidenzia un sensibile calo di frodi e che non si avvicina nemmeno lontanamente ai danni che, anche in Gran Bretagna, l’evasione fiscale porta ai conti dello Stato. Il rapporto prosegue analizzando con ampiezza di dati i “miti” riguardanti il presunto comportamento criminale dei poveri, l’incapacità di gestire il denaro, il considerare il sistema dei sussidi come una condizione di vita permanente, e l’essere la causa del deficit statale.
“Sarebbe comodo per molti pensare che la povertà visiti solo famiglie di persone pigre o incapaci di prendersi le proprie responsabilità, e che il taglio dei sussidi colpisca soltanto dei parassiti della società – spiega Paul Morrison, consulente per le questioni pubbliche della chiesa metodista -. Noi vogliamo raccontare un’altra storia, fondata sulla verità, sulla compassione e sulla speranza”.
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