Roma (NEV), 10 aprile 2013 – La situazione di crisi nella penisola coreana è guardata con crescente preoccupazione dai responsabili del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC). E’ di ieri l’appello del pastore Olav Fykse Tveit, segretario generale del CEC, per porre fine alla crescente tensione e per incoraggiare le parti in causa al dialogo per la pace, la riconciliazione e la riunificazione. “Per il bene dell’intera regione – ha detto Tveit – il CEC invoca la fine delle attuali minacce e intimidazioni che, sfuggendo di mano, possono portare a conseguenze catastrofiche”.
L’attenzione del CEC alla situazione coreana deriva anche dal fatto che dal 30 ottobre all’8 novembre prossimi si terrà a Busan (Corea del Sud) la X Assemblea generale dell’organismo ecumenico internazionale. “La situazione ci preoccupa ma non abbiamo intenzione di cambiare il luogo della nostra Assemblea”, ha ribadito Tveit, aggiungendo: “Il tema attorno a cui ci incontreremo è ‘Dio della vita, guidaci verso la giustizia e la pace’. E’ proprio questo il momento in cui la penisola coreana ha maggior bisogno di ricevere un messaggio di giustizia e pace. L’essere a Busan darà forma concreta alla speranza delle chiese di tutto il mondo di poter raggiungere la pace e la riconciliazione in questa regione”.
Tveit ha poi invitato tutti i cristiani a pregare per la Corea. “Da parte nostra continuiamo a sostenere i fratelli e le sorelle delle chiese sudcoreane membro del CEC che negli ultimi 60 anni si sono impegnati costantemente nel dialogo con le chiese del Nord della penisola nella ricerca della riconciliazione e della riunificazione”, ha concluso il segretario del CEC.