Roma (NEV), 8 maggio 2013 – Sul fronte della libertà religiosa in Lombardia – messa seriamente a rischio da una legge regionale del 2005 sull’edilizia (vedi NEV 14 e 15/13) -, in questi giorni al nuovo governo è stata presentata un’interpellanza parlamentare. L’iniziativa è dell’on. Luigi Lacquaniti (SEL), membro della chiesa valdese di Brescia che, di fronte ad una situazione dai profili anitcostituzionali – si parla infatti della chiusura di una ventina di luoghi di culto – chiede al governo di chiarire “quale sia l’indirizzo politico che governa i rapporti fra lo Stato italiano e le Confessioni religiose non cattoliche, considerato che questo debba in ogni caso essere informato al pieno rispetto dall’articolo 8 della Costituzione”. L’on. Lacquaniti inoltre chiede se “il Governo intenda avviare un confronto istituzionale con la Regione Lombardia che, pur nel rispetto delle rispettive competenze, miri a una più efficace definizione dei rapporti con le Comunità non cattoliche operanti sul territorio regionale, nonché a una rapida revisione della norma in esame”.
Il “caso lombardo” è da mesi all’attenzione della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) che lo scorso 22 marzo in merito aveva organizzato e promosso – insieme alla Commissione delle chiese evangeliche per i rapporti con lo Stato (CCERS) – un convegno a Milano a conclusione del quale è stato creato un Comitato per la libertà religiosa in Lombardia presieduto dal pastore Giuseppe Platone. L’idea è quella di disporre di una rete agile di soggetti che denuncino le violazioni e le limitazioni della libertà religiosa e che sia pronta ad adire anche a vie legali. La FCEI da anni è anche attiva sul fronte della promozione di una legge nazionale sulla libertà religiosa. Oggi i culti non cattolici e senza Intesa con lo Stato sono ancora disciplinati dalle vetuste leggi sui “culti ammessi” di epoca fascista.
Intanto, a livello europeo, è del 24 aprile la notizia che l’Assemblea del Consiglio d’Europa con sede a Strasburgo ha adottato una risoluzione sulla libertà religiosa a tutela delle comunità e fedi di minoranza, sulla base del rapporto presentato dal deputato italiano Luca Volonté. Tra le altre cose, agli Stati membri l’Assemblea del Consiglio d’Europa raccomanda di facilitare la presenza delle fedi religiose nello spazio pubblico garantendo loro la libertà di coscienza in riferimento all’assistenza sanitaria, all’educazione e al servizio civile, fermi restando i diritti di non discriminazione per altri.