Roma (NEV), 22 maggio 2013 – Dal 17 al 19 maggio si è svolto il primo convegno nazionale del Laboratorio interculturale di formazione e accoglienza (LINFA) coordinato da “Essere chiesa insieme” (ECI), il programma interculturale della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI). Una settantina di persone, membri di chiese italiani e stranieri provenienti da tutta Italia, si sono dati appuntamento presso il centro metodista di Ecumene (Velletri, RM), per dare il via a quello che sarà un vero e proprio corso della durata di due anni. Obiettivo di LINFA è offrire una formazione interculturale a chi rende un servizio in chiese “etniche” o caratterizzate da un’alta presenza di immigrati: predicatori, monitori delle Scuole domenicali e del Sabato, animatori giovanili, visitatori. Gli iscritti sono in leggera prevalenza immigrati di varie nazionalità dell’Africa (nigeriani, togolesi, congolesi, ghanesi…), dell’Asia (filippini), dell’America latina (ecuadoregni, peruviani, brasiliani) e dell’Est europeo (romeni, moldavi); numerosi – quasi la metà – sono gli italiani.
“E’ un risultato importante che abbiamo costruito poco a poco, facendo capire che anche all’interno delle chiese evangeliche l’integrazione è un processo in due direzioni, che impegna tanto gli immigrati quanto gli italiani”, spiega Paolo Naso, coordinatore di ECI e del Master in Religioni e mediazione culturale istituito all’Università di Roma “La Sapienza”. Il programma si articolerà in vari incontri a livello nazionale e macroregionale, “ma sarà essenziale lo studio e la pratica che si realizzeranno a livello locale – spiega ancora Naso – con il sostegno di una rete di tutor che nei mesi scorsi abbiamo formato proprio per accompagnare al meglio gli studenti nel loro percorso”.
Tra le caratteristiche di LINFA il coinvolgimento di studenti e tutor di chiese che non sono organicamente membri della FCEI: “Anche in questo caso si tratta di un risultato che abbiamo costruito nel tempo, creando le premesse di fiducia per un impegno comune su di un tema che investe tutto l’evangelismo italiano – commenta il coordinatore del programma –. Varie ricerche ci dicono che ormai gli evangelici immigrati costituiscono il 20% o il 30% di alcune denominazioni, ma a livello più generale, quando cioè si guardi al mondo evangelico nel suo complesso – la percentuale sfiora il 50%. E’ un cambiamento epocale che però avrà effetti positivi soltanto se produrrà dialogo e scambio interculturale evitando così la proliferazione di ‘chiese ghetto’, chiuse in se stesse e impermeabili nei confronti delle sorelle e dei fratelli di altre comunità. Quelle chiese e quei credenti che invece, sia pure con i loro tempi e le loro modalità, si porranno nella prospettiva dell’incontro e dello scambio con l’evangelismo italiano potranno dare vita a preziosi laboratori di integrazione: in una società che ancora fatica a mettersi in questa prospettiva è una testimonianza di come la fede abbatta le barriere del pregiudizio e garantisca a tutti la stessa cittadinanza spirituale”.
LINFA è frutto della collaborazione tra diverse strutture del mondo evangelico italiano: sotto l’ombrello di ECI-FCEI vi contribuiscono la Facoltà valdese di teologia, la Facoltà pentecostale di Scienze religiose, il Coordinamento dei percorsi di formazione interculturale delle chiese valdesi e metodiste, i Dipartimenti per le Chiese internazionali e per l’evangelizzazione dell’Unione cristiana evangelica battista in Italia (UCEBI), il Servizio multiculturalità dell’Unione italiana delle chiese cristiane avventiste (UICCA), la Federazione giovanile evangelica italiana (FGEI).