Roma (NEV), 5 giugno 2013 – Quale futuro per la Conferenza delle chiese europee (KEK)? Tra poco meno di un mese l’Assemblea generale convocata a Budapest (Ungheria) dovrà decidere su importanti cambiamenti nella struttura e nel funzionamento di quello che è il maggiore organismo ecumenico europeo. Nato nel 1959, con sedi a Ginevra, Bruxelles e Strasburgo, oggi raccoglie più di 120 chiese anglicane, ortodosse, evangeliche e vecchio-cattoliche in tutta Europa, nonché una quarantina di organizzazioni associate.
Cambiati gli equilibri politici ed economici del Vecchio Continente, aumentati il pluralismo religioso e la secolarizzazione delle società, la necessità di una radicale ristrutturazione della KEK era stata avvertita e auspicata già in occasione della scorsa Assemblea generale tenutasi a Lione (Francia) nel 2009, a vent’anni dalla caduta del muro di Berlino. Pertanto, un gruppo di lavoro ad hoc venne incaricato di elaborare una proposta di revisione strutturale e statutaria della KEK. Avrà dunque carattere costituente, la XIV Assemblea della KEK che si terrà dal 3 all’8 luglio nella capitale ungherese. Attesi per l’occasione più di 400 partecipanti tra delegati di chiese, ospiti, relatori, osservatori, steward, e staff. I delegati, con diritto di voto, sono 230 (115 ministri di culto, 75 laici), di cui 24 giovani e 73 donne. L’Assemblea sarà ospitata dal Consiglio ecumenico delle chiese in Ungheria e vede il patrocinio del governo ungherese e del sindaco di Budapest.