Roma (NEV), 12 giugno 2013 – “E ora, cosa aspetti?” – La KEK e la sua missione in un’Europa che cambia: questo il tema della XIV Assemblea generale della Conferenza delle chiese europee (KEK) che si terrà dal 3 all’8 luglio a Budapest (Ungheria). Mentre il Comitato per i preparativi dell’Assemblea sta effettuando le ultime limature al fitto programma di quella che sarà una vera e propria Assemblea costituente (vedi NEV 24/13), è già online un sito web dedicato all’evento, dove poter trovare materiali, news e approfondimenti in ben quattro lingue (inglese, francese, tedesco e magiaro), nonché l’inno ufficiale dell’Assemblea che riprende il tema “What are you waiting for?” (clicca qui). Di particolare interesse il cosiddetto “Uppsala Report”, cioè la proposta di riforma statutaria della KEK e delle sue commissioni preparato da un gruppo di esperti nominati ad hoc e fatto proprio dal Comitato Centrale della KEK. E’ di ieri, invece, la pubblicazione di una riflessione del segretario generale della KEK, il pastore Guy Liagre, dal titolo “CEC: Quo vadis?”. Partendo dalla constatazione che non si cambia dall’oggi al domani, essa contiene delle raccomandazioni – di natura anche giuridica – rispetto al Rapporto di Uppsala, soprattutto per quanto riguarda il pur fisiologico periodo di transizione a cui dovranno sottoporsi la KEK, il suo staff e le chiese membro nel loro insieme (il documento è scaricabile qui: http://www.ceceurope.org/fileadmin/filer/cec/CEC_Documents/Quo_Vadis_Edit.pdf). I 230 delegati delle 115 chiese membro della KEK (anglicane, ortodosse, evangeliche e vetero-cattoliche) di tutta Europa, a Budapest saranno dunque chiamati a ridisegnare l’organismo ecumenico e il suo funzionamento. A sottolineare il carattere costituente dell’assemblea anche il logo della stessa, appositamente creato per l’occasione: una serie di puntini di diversa gradazione di verde che formano un’Europa stilizzata con al centro una croce di colore verde chiaro. La scelta del verde non è casuale, dicono gli organizzatori, sta infatti a simboleggiare la speranza. Ma il logo vuole anche mettere in evidenza il compito della KEK: la costruzione cioè, di una chiesa fiduciosa in un’Europa pluralista, intenta a crescere insieme nella testimonianza e nel servizio cristiani. Ad ospitare i delegati, gli osservatori, lo staff e gli ospiti, più di 400 persone in tutto, sarà il Consiglio ecumenico delle chiese in Ungheria, nato ben 70 anni fa nel 1943, e che raccoglie 11 chiese evangeliche ed ortodosse del paese magiaro.