Roma (NEV), 19 giugno 2013 – Non si tratta di “raccontare una storia diversa” ma di raccontare la storia “in modo diverso” e soprattutto di “raccontarla insieme”. E’ questo uno degli intenti del documento “Dal conflitto alla comunione: le commemorazioni comuni luterano-cattoliche nel 2017” presentato ufficialmente lo scorso 17 giungo a Ginevra, in una conferenza stampa nell’ambito delle riunioni del Consiglio della Federazione luterana mondiale (FLM). Redatto dalla Commissione congiunta cattolica romana-luterana sull’unità, il documento vuole definire le modalità in base alle quali ricordare due ricorrenze che cadranno nel 2017: i 500 anni della Riforma protestante e i 50 anni del dialogo tra luterani e cattolico-romani. Come ha sottolineato durante la conferenza stampa il cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani (PCPUC), il dialogo tra le due tradizioni cristiane ha portato dei frutti che oggi permettono di riconsiderare i conflitti nati nel XVI secolo. “Il vero successo della Riforma – ha detto Koch – può essere raggiunto attraverso il superamento delle divisioni che abbiamo ereditato in una nuova chiesa costituita da tutti i cristiani. In questo senso i nostri sforzi ecumenici per recuperare l’unità possono essere visti come un completamento della Riforma”. Il documento presenta tra i traguardi raggiunti la Dichiarazione congiunta sulla giustificazione del 1999. Tuttavia, ancora tanti sono i punti controversi, primo tra tutti quello che impedisce ai cristiani di partecipare a una comune Cena del Signore. “Lo scopo dei nostri dialoghi ecumenici deve portarci alla celebrazione di una eucaristia comune”, ha detto Koch che tuttavia vede questo obbiettivo ancora distante.
Oltre a riflettere insieme sul passato, “Dal conflitto alla comunione” propone cinque imperativi ecumenici che possono servire come linee guida per il futuro del dialogo: 1) rafforzare la consapevolezza di ciò che luterani e cattolici già condividono – come, per esempio, il battesimo – rispetto alle differenze, certamente più facili da individuare; 2) riconoscere di avere bisogno dell’esperienza, dell’incoraggiamento e della critica reciproca per giungere a una comprensione più profonda di Cristo; 3) impegnarsi nella ricerca di una unità visibile; 4) riscoprire insieme la forza del potere dell’evangelo di Cristo per il nostro tempo e condividerla in modo tale che non aumentino le divisioni e la competizione tra le comunità; testimoniare insieme la grazia di Dio nella predicazione e nel servizio verso il mondo. Il testo in italiano del documento congiunto è pubblicato sul numero 11/2013 della rivista “Il Regno/Documenti”.