Roma (NEV), 10 luglio 2013 – Si è conclusa lunedì 8 luglio a Budapest la XIV Assemblea generale della Conferenza delle chiese europee (KEK). Riuniti sotto il tema generale “E ora, cosa aspetti?” – una citazione del libro degli Atti degli Apostoli 22:16 che invita alla conversione e alla testimonianza – i 220 delegati delle chiese hanno approvato la nuova costituzione dell’organismo ecumenico europeo. L’Assemblea ha avuto infatti un carattere rifondativo per adeguare le strutture della KEK, nata nel 1959 in piena guerra fredda, alle nuove sfide dell’Europa di oggi: dalla secolarizzazione al pluralismo religioso fino all’attuale crisi che fa emergere con più evidenza il divario tra ricchi e poveri. “Non è nostro compito risolvere i problemi dell’Europa – ha ricordato il metropolita Emmanuel di Francia, presidente uscente della KEK, nel discorso che ha aperti i lavori lo scorso 3 luglio -, ma se sapremo cambiare noi stessi potremo cambiare anche l’ambiente in cui viviamo”. Oltre all’approvazione della nuova costituzione, l’Assemblea – presieduta dall’arcivescovo anglicano di Dublino, Michael Jackson, coadiuvato dalla pastora presbiteriana scozzese Sheilagh Kesting e dall’arcidiacono del patriarcato ecumenico John Chryssavgis – si è espressa su alcuni temi di attualità sociale e politica, in particolare sulla situazione in Siria e in Egitto, sulla disoccupazione giovanile e sulla condizione dei rifugiati e richiedenti asilo.
Il passaggio dalla vecchia alla nuova costituzione sarà una delle principali responsabilità del nuovo Comitato centrale, l’organo di governo della KEK tra un’assemblea e l’altra, eletto a conclusione dei lavori. Ne fanno parte 20 membri, rappresentativi delle varie confessioni e aree geografiche del continente, tra i quali il battista italiano Edouard Kibongui, già membro del Comitato uscente. Nella sua prima seduta, convocata a Budapest, il Comitato ha eletto il nuovo presidente della KEK nella persona del vescovo anglicano inglese Christopher Hill; il metropolita Emmanuel di Francia e la pastora luterana svedese Karin Burstrand, vice presidenti.
Dall’Italia hanno partecipato ai lavori, come membri a voce deliberativa, oltre al già citato Edouard Kibongui, i valdesi Pawel Gajewski e Ruggero Mica, il metodista Peter Ciaccio, e il luterano Georg Schuchman; come membro a voce consultiva, il rappresentante della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, Luca Baratto. Hanno inoltre contribuito ai lavori la pastora valdese Caterina Dupré nel gruppo responsabile delle liturgie dell’Assemblea, e il pastore Luca M. Negro, direttore del settimanale delle chiese battiste, metodiste e valdesi “Riforma”, membro dell’ufficio stampa.
La Conferenza delle chiese europee (KEK) riunisce 120 chiese anglicane, ortodosse, protestanti e vetero cattoliche del continente (www.ceceurope.org).
Budapest, 8 luglio 2013 (NEV-CS38) – La crisi in Europa e la condizione giovanile; il Medio Oriente e in particolare la situazione in Siria e in Egitto; la condizione dei rifugiati in Europa. Sono questi i temi principali di un articolato documento sui temi dell’attualità politica e sociale in Europa e nel Mediterraneo, approvato questa mattina dai delegati dell’Assemblea generale della Conferenza delle chiese europee (KEK), riuniti a Budapest dal 3 all’8 luglio.
Tra le tante conseguenze negative della crisi finanziaria ed economica – dall’aumento della povertà e dell’esclusione sociale al populismo e al crescere del populismo e del razzismo – l’Assemblea della KEK ha voluto sottolineare la sua preoccupazione per la disoccupazione giovanile. “Una intera generazione è messa a rischio”, si legge nel documento della KEK, che continua: “La disoccupazione toglie ai giovani il proprio senso di identità, toglie loro dignità e toglie loro speranza per il futuro”. L’Assemblea KEK incoraggia quindi le chiese a sostenere i giovani nella loro ricerca di speranza, e a spendersi per “combattere contro la povertà giovanile e a favore della giustizia e solidarietà sociale”.
Sulla situazione in Siria, l’Assemblea ha espresso la sua preoccupazione per “l’escalation di violenza” nel paese mediorientale, e per l’alto costo di vite umane e del crescente numero di rifugiati prodotto dalla guerra civile. I delegati della KEK hanno in particolare lanciato un appello per la liberazione dei due metropoliti di Aleppo, il siro-ortodosso Mar Gregorios Yohanna Ibrahim e il greco-ortodosso Boulos al-Yazigi, ancora in mano ai loro rapitori. L’Assemblea ha quindi deciso di inviare una lettera alle chiese cristiane in Siria per esprimere vicinanza e solidarietà nella preghiera e nell’azione. L’Assembla ha inoltre espresso “simpatia e solidarietà ai cittadini egiziani che stanno lottando per portare la loro nazione alla stabilità e funzionalità democratica”. Deplorando il crescendo di violenza, i delegati incoraggiano “una pacifica riconciliazione tra le diverse parti in causa” e la “cooperazione tra cristiani e musulmani”, impegnano le chiese a sostenere ogni iniziativa in questo senso. “Come cristiani – prosegue il documento – ci sentiamo legati alla chiesa copta ortodossa e alle altre chiese cristiane e ci impegniamo a rimanere in stretto contatto con loro”.
L’Assemblea ha voluto anche riconoscere “i passi positivi compiuti nell’adozione del Sistema comune europeo di asilo dell’Unione europea”. Sulla situazione dei rifugiati e richiedenti asilo, il documento sottolinea il dramma di migliaia di persone che muoiono nel tentativo di raggiungere il nostro continente, incoraggiando le chiese a “commemorare le persone che hanno perso le loro vite nei rischiosi viaggi verso l’Europa”. L’Assemblea si concluderà oggi pomeriggio con un culto.
Liagre: Una struttura più coerente che renderà più efficace il lavoro della KEK
Baratto: una costituzione che dovrà essere messa alla prova dei fatti
Eletto il nuovo Comitato centrale
Tra i suoi membri, il battista italiano Edouard Kibongui
Budapest, 8 luglio 2013 (NEV-CS37) – La Conferenza delle chiese europee (KEK) ha una nuova costituzione. I 220 delegati delle chiese riuniti a Budapest per la XIV Assemblea generale della KEK hanno votato ieri sera a larga maggioranza il testo definitivo dopo un lungo processo di analisi e discussione che ha previsto tre diverse letture assembleari. “Questa nuova costituzione offre alla KEK una struttura più coerente con la creazione di un unico ufficio che coordinerà il lavoro dell’intera Conferenza – ha dichiarato all’agenzia stampa NEV il segretario generale della KEK, pastore Guy Liagre -. In questo modo, la KEK potrà rendere più efficace il suo impegno di testimonianza in Europa sui temi che da sempre la caratterizzano.L’obbiettivo della KEK – ha concluso Liagre – rimane quello definito anche dalla Carta Ecumenica del 2001: la costruzione di un continente più umano e più socialmente consapevole in cui i diritti umani, la pace, la giustizia e la libertà prevalgano”.
Uno dei cambiamenti previsti dalla costituzione sarà il trasferimento della sede della KEK da Ginevra a Bruxelles, mantenendo tuttavia l’ufficio di Strasburgo la città del Parlamento europeo e del Consiglio d’Europa.
Al dibattito sulla costituzione sono stati dedicati 4 dei 6 giorni di lavori dell’Assemblea, prevedendo una prima lettura in plenaria, una seconda in gruppi di lavoro, la terza, definitiva, nuovamente in plenaria. Non sono mancati momenti di tensione tanto da richiedere una sessione a porte chiuse, dalla quale sono stati esclusi tutti i membri dell’Assemblea non aventi diritto di voto. “La nuova KEK avrà certamente una struttura più razionale e più efficiente, anche se alcuni cambiamenti dovranno essere verificati alla prova dei fatti – ha dichiarato il pastore Luca Baratto, rappresentante all’Assemblea della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) -. La nuova struttura della KEK dà infatti molto più peso alle chiese e meno alle organizzazioni ecumeniche interecclesiastiche, come per esempio le associazioni dei giovani, delle donne, per i migranti. Il timore è che la KEK diventi una struttura più verticistica e, nei suoi organi decisionali, meno aperta all’esperienza di quelle associazioni che da sempre svolgono il loro lavoro nella società europea in una prospettiva ecumenica”.
In questa giornata conclusiva i delegati hanno eletto il nuovo Comitato generale della KEK, l’organo di governo della KEK tra un’Assemblea e l’altra.Dei 20 membri del nuovo Comitato fa parte anche il battista italiano Edouard Kibongui, già membro del Comitato uscente. In Italia Kiboungui è consigliere del Comitato esecutivo dell’Unione cristiana evangelica battista d’Italia (UCEBI). Nelle sue prime riunioni il Comitato generale eleggerà al suo interno il presidente e due vicepresidenti della KEK. Sarà il Comitato a seguire la transizione dalla precedente alla nuova costituzione. L’Assemblea terminerà oggi pomeriggio con un culto di chiusura.
I lavori possono essere seguiti in streaming sul sito http://assembly2013.ceceurope.org. L’account Twitter è @cecineurope, dove è attivo l’hashtag #cecfuture.
A Budapest intervenuto il vescovo anglicano panamense Julio Murrey, già presidente del Consiglio delle chiese latinoamericane
L’ingiustizia economica al centro del suo discorso ai delegati di chiese europee “Sì” alla collaborazione tra organismi ecumenici regionali nell’affrontare le sfide della globalizzazione, dalla povertà al cambiamento climatico
Intanto prosegue la discussione della nuova costituzione della KEK
Budapest, 5 luglio 2013 (NEV-CS36) – Il movimento ecumenico rinnovi il suo impegno a favore dei poveri e degli ultimi. E’ questo il forte messaggio portato ieri dal vescovo anglicano panamense Julio Murrey, ai partecipanti alla XIV Assemblea generale della Conferenza delle chiese europee (KEK) riunita a Budapest dal 3 all’8 luglio. In un discorso che è stato un duro atto d’accusa contro un sistema economico neoliberista che continua a creare nel mondo “un crescente numero di persone impoverite, marginalizzate e perseguitate”, il vescovo Murray – già presidente del Consiglio delle chiese latinoamericane (CLAI) – ha sottolineato la necessità di passare da una economia basata su un’avidità senza limiti ad una economia della “sufficienza” (sufficiency).
A questo proposito, Murray ha espresso la sua preoccupazione per una crisi globale di sistema innescata dall’instabilità finanziaria: “Quando il mercato globale è lasciato alle sue proprie regole e ai suoi desideri, il risultato sono conseguenze negative molto serie, la più grande delle quali è l’esclusione e lo sfruttamento dalla maggior parte della popolazione mondiale”.
“Testimoniare la nostra fede significa opporre una resistenza pratica e spirituale all’ingiustizia economica e alla distruzione ecologica e promuovere un’economia al servizio della vita”, ha proseguito Murrey, caldeggiando la collaborazione tra organismi di chiese regionali, come il CLAI e la KEK, al fine di affrontare insieme i pericoli e le sfide della globalizzazione, dalla povertà al cambiamento climatico. E’ dunque tempo, secondo Murray, che le chiese levino la loro voce profetica per denunciare una “prosperità basata su un debito ingiusto e sproporzionato” e cerchino insieme nuove vie per un’economia al servizio della giustizia e della vita.
Ieri pomeriggio è iniziata la discussione assembleare sulla nuova costituzione della KEK il cui esame continuerà per l’intera giornata di oggi. L’Assemblea si è aperta il 3 luglio con un culto inaugurale, ripreso dalla TV della chiesa luterana ungherese, che è ora disponibile all’indirizzo http://www.youtube.com/watch?v=6YxYonI7zDU.
Aperta a Budapest la XIV Assemblea della Conferenza delle chiese europee (KEK)
Oggi pomeriggio i 220 delegati di chiese entrano nel vivo dei lavori che si svolgeranno all’insegna del cambiamento con al centro la ristrutturazione dell’organismo ecumenico
Budapest, 4 luglio 2013 (NEV-CS35) – “Non è nostro compito risolvere i problemi dell’Europa, ma se sapremo cambiare noi stessi potremo cambiare anche l’ambiente in cui viviamo”. E’ quanto ha affermato il metropolita Emmanuel di Francia, presidente della Conferenza delle chiese europee (KEK), ieri pomeriggio, durante la sessione di apertura della XIV Assemblea generale della KEK, in corso a Budapest dal 3 all’8 luglio. Il cambiamento è il tema fondamentale di questa Assemblea che ha infatti carattere costituente: i 220 delegati delle chiese membro dell’organizzazione ecumenica continentale dovranno approvare il testo di una nuova costituzione della KEK.
Dopo la presentazione questa mattina delle relazioni del segretario generale della KEK, pastore Guy Liagre, e delle tre commissioni – Chiesa e società, Chiese in dialogo e Chiese per i migranti in Europa – i lavori, condotti dal vescovo anglicano di Dublino, Michael Jackson, entreranno nel vivo oggi pomeriggio con l’analisi articolo per articolo della nuova costituzione che avrà tre letture assembleari: una prima lettura di presentazione in plenaria; una seconda in gruppi di discussione; la terza, finale, nuovamente in plenaria.
Numerosi i saluti rivolti all’Assemblea da rappresentanti di altre organizzazioni ecumeniche internazionali. In particolare sono intervenuti il segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), pastore Olav Fykse Tveit, il presidente del Consiglio delle conferenze episcopali europee (CCEE), cardinale Péter Erdö, il segretario generale del Consiglio delle chiese latinoamericane (CLAI), dr. Nilton Giese. L’Assemblea ha ricevuto una lettera di saluto del Presidente della Repubblica ungherese, Janos Áder, mentre il sindaco di Budapest Tarlós István ha portato direttamente il suo augurio di buon lavoro ai delegati della KEK.