Roma (NEV), 27 novembre 2013 – Il prossimo 2 dicembre la Società Biblica in Italia (SBI) compirà 30 anni. Nata nel 1983 ha per scopo la massima diffusione delle Sacre Scritture, anche attraverso attività ed iniziative di promozione della Bibbia. La SBI è un’associazione cristiana indipendente, non legata ad alcuna confessione in particolare, tant’è che vi partecipano diverse denominazioni evangeliche (battisti, metodisti, valdesi, luterani, pentecostali, salutisti e altri), cattolici ed ortodossi.
La SBI nasce come una espressione nazionale ed ecumenica della più antica Società Biblica Britannica e Forestiera (SBBF) presente a Roma dal 1870, e in Italia sin dal Risorgimento. Oggi la SBBF è presente in Italia ancora come casa editrice.
“La SBI era nata, tra le altre cose, anche per portare avanti l’ambizioso progetto, che si voleva il più ecumenico possibile, della traduzione interconfessionale in lingua corrente della Bibbia, ossia la TILC, la cui prima edizione risale al 1985 – spiega il pastore valdese Eric Noffke, presidente della SBI -. Era un modo per coinvolgere cattolici ed altre confessioni cristiane presenti in Italia in un progetto comune”.
Intanto Valdo Bertalot, segretario generale della SBI e direttore per l’Italia della SBBF, ha espresso gratitudine per l’impegno delle Società Bibliche, impegno che “permette a molte più persone di leggere la Bibbia nella propria lingua!”. Secondo gli ultimi dati disponibili l’intera Bibbia, o almeno una sua parte, è stata tradotta in 2590 lingue. “Infatti, 495 lingue hanno la Bibbia interamente tradotta, 1.278 solo il Nuovo Testamento completo e 817 solo singoli libri della Bibbia – fa sapere Bertalot, per il quale – molto è stato fatto, ma molto rimane da fare”.
Tra le recenti iniziative lanciate dalla SBI quella di una nuova traduzione protestante della Bibbia in italiano in vista del Cinquecentenario della Riforma nel 2017 (vedi NEV 44/13).