Roma (NEV), 4 dicembre 2013 – Al “Forum sulle imprese e i diritti umani” promosso dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani in corso a Ginevra (Svizzera), esponenti del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) hanno puntato il dito contro la multinazionale italiana ENEL. Lo si apprende da un comunicato stampa diffuso dal CEC il 2 dicembre.
Il Forum, giunto alla sua seconda edizione, vede la partecipazione di più di mille esperti del settore tra delegazioni governative, del mondo delle imprese, dell’associazionismo e della società civile. Tra cui, appunto, tre attivisti della Commissione delle chiese per gli Affari internazionali del CEC, i quali, in rappresentanza delle popolazioni indigene del Guatemala e della Colombia, hanno messo sul banco degli imputati la compagnia elettrica ENEL Green Power.
Con il suo impianto idroelettrico sul fiume Cotzal – complice il governo gautemalteco – l’ENEL si è resa responsabile non solo della devastazione ambientale di quelle zone, ma anche di gravi violazioni dei diritti delle popolazioni indigene. Per Mathews George Chunakara, direttore della Commissione delle chiese per gli Affari internazionali del CEC, la partecipazione al Forum è un’opportunità per dare voce alla lotta per l’autodeterminazione dei popoli indigeni, come le comunità Ixiles del Guatemala, o quelle afro-colombiane della Valle del Cauca, vittime da parte delle multinazionali di veri e propri espropri di terre e risorse naturali che per secoli hanno garantito loro la sopravvivenza.
Il Forum, che si chiude il 5 dicembre, è la più grande discussione globale mai avuta finora su come i governi e le multinazionali si stiano muovendo per affrontare gli impatti delle attività aziendali sui diritti umani. Scopo del Forum è la promozione dell’attuazione dei “Principi guida su business e diritti umani”, approvati il 16 giugno 2011 dal Consiglio dei diritti umani dell’ONU, e che delineano che cosa gli Stati e le imprese dovrebbero fare nella pratica per prevenire e affrontare gli effetti negativi sulle popolazioni circostanti, e per garantire l’accesso ai ricorsi giudiziari a coloro i cui diritti sono stati lesi dall’attività aziendale.