Roma (NEV), 29 gennaio 2014 – “Le chiese siano il lievito che fa crescere il pane”. Così si è espresso il vescovo luterano Zephania Kameeta nel descrivere i risultati del secondo incontro della Commissione ecumenica per una nuova architettura finanziaria ed economica internazionale, tenutosi dal 15 al 17 gennaio scorsi presso l’istituto ecumenico di Bossey (Svizzera). Al centro del dibattito la stesura di un rapporto per una efficace azione delle chiese a difesa della giustizia economica e del benessere ecologico delle comunità in cui sono radicate. “Di fronte all’impatto negativo che le attuali strutture economiche e finanziarie globali generano all’interno delle società, le chiese devono farsi promotrici e usare la propria influenza a favore di una ‘economia di vita’”, ha dichiarato Kameeta, sottolineando come il mandato evangelico chiami le chiese ad uno sguardo critico sul mondo, a favore dei molti che oggi soffrono per l’avidità di pochi.La Commissione ecumenica per una nuova architettura finanziaria ed economica internazionale si è costituita per iniziativa congiunta del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), della Comunione mondiale delle chiese riformate (WCRC), della Federazione luterana mondiale (FLM) e del Consiglio per la missione mondiale (CWM) e basa la sua azione sulla Dichiarazione di San Paolo, presentata nella città brasiliana nell’ottobre del 2012 (vedi NEV 41/2012). Il documento, nelle sue linee generali, vuole proporre un modello di sviluppo alternativo a quello attuale dominato dal profitto come unico valore e dal concetto di crescita illimitata. In questo senso i criteri proposti dalla Commissione comprendono l’inclusione sociale, la giustizia di genere, la cura dell’ambiente, mentre tra le azioni concrete da intraprendere c’è, ad esempio, la creazione di una commissione globale di riforma del sistema monetario e finanziario internazionale.