Roma, 10 aprile 2014 (NEV-CS09) – C’è soddisfazione tra gli evangelici italiani per la pronuncia con cui la Consulta ha proclamato l’incostituzionalità del divieto di fecondazione eterologa contenuto nella legge 40.
La Commissione Bioetica delle chiese battiste, metodiste e valdesi ha reso noto un comunicato stampa nel quale manifesta “il proprio apprezzamento per la riconquista, seppur faticosa, dei diritti costituzionalmente garantiti in ambito procreativo, volti a tutelare la richiesta di assistenza e di cura in vista delle possibilità offerte dalla tecnica per la costruzione di una famiglia”. Con la pronuncia di ieri, continua il comunicato, “è stata finalmente ascoltata la voce di chi in questi anni ha dovuto rinunciare al ricorso a tali tecniche di riproduzione o si è dovuto affidare al ‘turismo procreativo’ per realizzare il proprio legittimo desiderio di genitorialità”. Richiamando anche il recente appello rivolto da parte del Presidente Napolitano affinché il Parlamento affronti il tema del fine vita senza eludere un sereno e approfondito confronto di idee, la Commissione ha quindi auspicato che “in futuro, nell’ambito delle questioni eticamente sensibili, ci si astenga dal promulgare leggi ideologicamente orientate e contrarie a principi costituzionalmente garantiti”.
Di uguale tenore è la nota diffusa ieri da Christiane Groeben, presidente del Sinodo della Chiesa evangelica luterana in Italia (CELI). “Accogliamo con enorme favore la sentenza della Corte Costituzionale – ha dichiarato Groeben -. Si tratta di un importante passo avanti, che riaccende la speranza, in molte coppie italiane, di veder realizzato il proprio legittimo desiderio di diventare genitori. Crediamo che, dopo questa ulteriore pronuncia di forte e immediato impatto, il legislatore sia chiamato a riscrivere profondamente la legislazione in materia”. A questo proposito, Groeben ha ricordato che per la CELI – che sostiene sempre la ricerca scientifica – “è fondamentale che il primo ad essere tutelato sia il nascituro. Inoltre, la CELI ritiene sia molto importante che le coppie affrontino un percorso di procreazione medicalmente assistita, spesso lungo e doloroso, con responsabilità e consapevolezza. A questo proposito, auspica che vengano presto messi a disposizione delle coppie anche opportuni strumenti di sostegno informativo e psicologico”.