Terzo Convegno internazionale di studi su “Il metodismo nello spazio pubblico”

Roma (NEV), 28 maggio 2014 – Lo scorso 26 maggio a Roma, presso la sede di Villa Mirafiori dell’Università La Sapienza, si è tenuto il III Convegno internazionale sul metodismo, dal titolo “Il metodismo nello spazio pubblico”. Il convegno è stato aperto dal pastore Massimo Aquilante, presidente del Centro di documentazione metodista (CDM), e da Guido Pescosolido, direttore del Dipartimento di Storia Culture Religioni della Sapienza – le due istituzioni promotrici l’evento. Alessandro Ferrara (La Sapienza) ha chiarito il rapporto tra religioni e spazio pubblico nelle riflessioni contemporanee, da Habermas e Rawls, proponendo il ripensamento di tale rapporto a partire dalle condizioni particolari di ogni paese e della sua geografia politica, culturale e religiosa (“variabili contestuali”). Sergio Rostagno (Facoltà valdese di teologia) ha riportato la discussione sulla nascita del soggetto moderno, a partire dalla separazione individuata da Lutero tra opere e fede.

In tal modo un soggetto nuovo fa parte dello spazio pubblico, e in questa prospettiva il metodismo ne sarà una feconda espressione. Sono seguite due testimonianze di relatori stranieri: il presidente del Consiglio nazionale delle chiese cristiane degli Stati Uniti (NCCCUSA), Jim Winkler, e Alberto da Silva Moreira (Università metodista di San Paolo). Winkler ha mostrato l’azione della chiesa metodista nello spazio pubblico, tramite il NCCCUSA dialogando direttamente con la politica della Casa Bianca; azioni pubbliche quali la preghiera congiunta davanti alle sedi politiche; la più ampia azione educativa e formativa sulle persone. Così accade anche in Brasile, secondo Moreira, dove però è da sottolineare l’importanza politica assunta dalle chiese pentecostali, soprattutto dal neo-pentecostalismo, alla cui forte presenza politica manca un vero e proprio progetto sociale per il Paese. Donato Di Sanzo (Università di Salerno) ha chiuso la mattinata presentando il ruolo della chiesa metodista nel processo di pace dell’Irlanda del Nord. La chiesa metodista è stata agente prima di un cambio di paradigma ecumenico, poi nel 1995 di una proposta politica, che infine sarà assunta come soluzione. Di Sanzo ha così mostrato un esempio virtuoso della relazione tra parola teologica e spazio pubblico.

Sotto la presidenza di Daniele Garrone (Facoltà valdese di teologia), il pomeriggio si è aperto con l’intervento di Stefano Ceccanti (La Sapienza) che propone una strategia “pragmatica” per il raggiungimento di una legge sulla libertà religiosa in Italia. Sui principi è possibile intendersi, sui fondamenti dei principi ci si arena. Si può partire dalle Intese già sottoscritte dallo Stato Italiano, estendendone le norme generalizzabili. Paolo Naso (La Sapienza) ha mostrato la riflessione della chiesa metodista italiana, negli anni Settanta-Novanta del XX secolo, avvenuta nel Centro studi metodista di Ecumene, vero e proprio think tank della chiesa. Nei “Quaderni” di Ecumene si rintraccia in quel periodo l’analisi della società italiana nel contesto locale e sovranazionale, concludendo sulla necessità di ripensare la laicità: in questo senso Naso propone dunque una laicità nuova, “per addizione”, che sappia far rivivere il rapporto tra religioni e spazio pubblico. Ha concluso il convegno Tiziano Bonazzi (Università di Bologna) con una riflessione sulla coscienza storica delle chiese.