Roma (NEV), 22 ottobre 2014 – Un evento importante che ha aperto delle porte che difficilmente potranno essere chiuse. Si può sintetizzare così il commento del pastore Paolo Ribet, coordinatore della Commissione metodista e valdese sulle nuove famiglie, a conclusione del Sinodo dei vescovi dedicato alla famiglia. Un Sinodo importante perché “per la prima volta, a mia conoscenza, in seno alla dirigenza alla Chiesa cattolica si prende atto del fatto che il problema esiste – ha dichiarato Ribet -. Fino ad ora, le voci che rendevano attenti al problema venivano zittite, sostenendo che il sacramento rendeva irriformabile il concetto stesso del matrimonio e della sua gestione”.
Al Sinodo, invece, ha fatto irruzione la vita concreta dei credenti “costringendo i Padri sinodali a confrontarsi con essa più che con le teorie”. Sul merito delle discussioni, Ribet rileva come siano stati “nominati dei principi: l’eucarestia ai divorziati risposati, la dignità delle coppie dello stesso sesso – sono porte aperte che non potranno più essere chiuse. Non so quanto tempo ci vorrà, e quanto sia forte l’ala conservatrice che si oppone a queste aperture, ma è certo che di qui la Chiesa cattolica non tornerà indietro”.
Ribet si è spinto anche più in là nel suo giudizio, riscontrando una certa convergenza nella direzione che le diverse chiese cristiane stanno prendendo riguardo al tema famiglia. “Nel discorso finale – ha detto Ribet – papa Francesco ha affermato che bisogna ‘lasciarsi sorprendere da Dio’. E’ un discorso molto giusto e vale per tutti i credenti. Anche le chiese protestanti in varie parti del mondo stanno discutendo di questo argomento, chiesa valdese compresa. Si hanno reazioni diverse, ma credo che si stia andando tutti dalla parte giusta, sia pure con fatica – e di questo non possiamo che rallegrarci”.