Mediterranean Hope. Il presidente Aquilante a Scicli per incontrare la cittadinanza

"Confidiamo che a breve le istituzioni ci affidino le persone che siamo in grado di ospitare"

Roma (NEV), 5 novembre 2014 – Martedì 4 novembre il presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), pastore Massimo Aquilante, ha partecipato ad un’assemblea pubblica svoltasi presso la Chiesa metodista di Scicli (RG), dove sta per essere inaugurata “Mediterranean Hope – Casa delle culture”, una struttura di accoglienza per i profughi che raggiungono la Sicilia via mare. La Casa delle culture si colloca all’interno del progetto Mediterranean Hope che comprende anche un Osservatorio delle migrazioni mediterranee operativo a Lampedusa sin dallo scorso maggio.

“Sono venuto a Scicli – ha dichiarato all’agenzia stampa NEV il presidente FCEI, Massimo Aquilante – per incontrare gli operatori che lavorano nel progetto e i cittadini che apprezzano la nostra iniziativa, sia quelli che invece vi si oppongono (vedi NEV 44/2014). Dispiace, certo, constatare che chi ha apertamente criticato la Casa delle culture non sia venuto ieri sera all’iniziativa. Sono convinto che molte delle loro preoccupazioni siano infondate: il nostro progetto non è rivolto solamente agli immigrati ma a tutta la popolazione di Scicli. Con essa, con le associazioni che già operano sul territorio e con  le istituzioni locali vogliamo costruire percorsi di integrazione interculturale che, anche grazie ai nostri contatti internazionali, possano rilanciare in Europa e nel mondo l’immagine di una cittadina accogliente e solidale. D’altra parte – ha proseguito Aquilante – come credenti sappiamo che alcune delle strade che la nostra fede ci indica, non sono né agevoli né lineari e che per percorrerle dobbiamo mettere in conto critiche e opposizioni che però non mettono in discussione le nostre convinzioni e la nostra vocazione al servizio di chi soffre”.

La visita a Scicli del presidente, ancora in corso, prevede incontri con autorità civili e con il vescovo di Noto monsignor Antonio Staglianò che, per tramite del suo vicario a Scicli nei giorni scorsi, ha fatto pervenire al presidente Aquilante espressioni di solidarietà e sostegno per l’iniziativa di Mediterranean Hope (vedi notizia seguente).

“Complessivamente – ha concluso Aquilante – ho raccolto molta solidarietà e ho partecipato a discussioni interessanti e costruttive. Il prossimo passo è l’operatività e confidiamo che a breve le istituzioni preposte ci affidino le persone che siamo in grado di ospitare. Un’ipotesi è che si tratti di minori non accompagnati: sarebbe un’ulteriore sfida sul piano educativo e formativo che, se non altro per la lunga tradizione delle chiese evangeliche in questo campo, non ci trova impreparati”.

Mediterranean Hope/2. La solidarietà di don Ignazio La China, vicario foraneo di Scicli

Il centro di accoglienza sarà “segno di speranza e arricchimento per l’intera comunità cittadina”

Roma (NEV), 5 novembre 2014 – E’ un “attacco vergognoso” quello subito dalla chiesa evangelica metodista di Scicli (RG). Così si è espresso don Ignazio La China, vicario foraneo di Scicli, nel commentare la dura contestazione, con scritte sull’edificio e il lancio di una raccolta firme contro la prossima apertura nella cittadina siciliana del centro di accoglienza “Mediterranean Hope  – Casa delle culture”, promosso dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) in collaborazione con la locale chiesa metodista (vedi NEV 44/2014). “Facendomi interprete di tutte le comunità parrocchiali e di tutte le aggregazioni ecclesiali presenti nella nostra città – ha scritto La China in un articolo apparso lo scorso 30 ottobre su Ragusatg.it -, esprimo vicinanza fraterna e solidarietà alla chiesa metodista” con la certezza che il centro di accoglienza sarà “segno di un futuro di speranza, di integrazione e di arricchimento reciproco anche per la nostra comunità cittadina”. Parole di vicinanza che il vicario di Scicli ha pronunciato richiamandosi non solo alla responsabilità del cristiano nell’accoglienza dello straniero, ma alla responsabilità più grande di “riconoscere nel fratello il volto stesso del suo Signore”. Don La China ha anche voluto stigmatizzare “l’uso improprio” di un’immagine religiosa, quella della Madonna delle Milizie, “come logo del movimento contro l’accoglienza degli immigrati nella nostra città”. Un invito esplicito a “non strumentalizzare Dio e la fede nelle battaglie politiche di parte, ma a usare invece la ragione che spinge sempre a ricercare il bene comune nella verità e nella carità. Mi auguro che nessuno si faccia coinvolgere e strumentalizzare nell’adesione a raccolte di firme o a movimenti xenofobi e razzisti, ma che prevalga il dialogo costruttivo e il buon senso. Scicli – ha concluso don La China – ha tradizioni di accoglienza e di generosità, cristiana e civica che possono aiutare a superare questa fase di sospetto e di divisione”.

Alle parole di don La China il pastore Massimo Aquilante ha risposto, nella stessa giornata del 30 ottobre, con una lettera di apprezzamento per il “fraterno messaggio di vicinanza” e l’accorato appello all’accoglienza. “Fuori di ogni retorica – ha scritto Aquilante a don La China -, sono proprio i gesti come il suo che ci restituiscono nei momenti della prova il senso della novità dirompente dell’evangelo di Gesù Cristo che ci rende uniti nella testimonianza”.

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