Roma (NEV), 26 novembre 2014 – “Profondo disappunto” è stato espresso dal Consiglio nazionale delle chiese cristiane degli USA (NCCUSA) per la decisione del “Grand Jury” riunito a Clayton (Missouri) di non incriminare l’agente Darren Wilsen per l’assassinio di Micheal Brown. Il NCCUSA, che in questi mesi ha seguito da vicino la vicenda dell’assassinio del giovane afroamericano di Ferguson (Missouri), con un comunicato stampa diffuso il 24 novembre subito dopo la pubblicazione dell’atteso verdetto, ha preso chiaramente posizione: un rinvio a giudizio del poliziotto avrebbe permesso di stabilire eventuali responsabilità nell’uccisione del 18enne avvenuta il 9 agosto scorso, ma in assenza di un processo, dice il NCCUSA, “è ora improbabile che giustizia venga fatta. Ciononostante, in questo frangente di seria tensione per la città di Ferguson e i suoi cittadini, dalle forze di polizia agli attivisti, reiteriamo il nostro appello ad agire in modo non violento”.
La città, da giorni dichiarata dal governatore Joy Nixon in stato d’emergenza, non è tuttavia scampata a gravi episodi di violenza. La notte di lunedì è stata data alle fiamme la Flood Christian Church, chiesa metodista di St. Louis, sobborgo di Ferguson. Proprio qui, domenica scorsa, alla vigilia della sentenza, ha scelto di battezzarsi il padre di Michael Brown. Secondo il pastore della chiesa danneggiata, l’incendio sarebbe da attribuire al Ku Klux Klan. La stessa notte la protesta contro la sentenza si è diffusa a macchia d’olio e ha visto scendere in strada centinaia di migliaia di persone in numerose città, mentre ieri mattina a Ferguson un centinaio di cristiani di varie confessioni ha bloccato gli incroci stradali, per manifestare il loro sostegno alla famiglia di Michael Brown e contro la discriminazione razziale.
Tuttavia, per il NCCUSA – una comunione di 37 chiese in rappresentanza di 45 milioni di credenti – “non tutta la speranza è svanita”. “Non dimenticheremo Michael Brown, né smetteremo di impegnarci nella ricerca della giustizia per la sua morte. La sua morte ha aiutato a forgiare in tutto il paese una volontà morale nell’affrontare la crisi in atto relativa alla marginalizzazione di giovani uomini di colore”.
Un particolare ringraziamento viene rivolto dal NCCUSA alle chiese e congregazioni locali che in questi giorni hanno assicurato accoglienza e sicurezza ai manifestanti venuti a St.Louis, sobborgo di Ferguson, dove fu ucciso il giovane Brown. Nella notte del 24 novembre, segnata da una vera e propria guerriglia urbana, numerose chiese cristiane – battiste, presbiteriane, metodiste, episcopaliane – sono infatti rimaste aperte come “santuari” offrendo cibo e bevande, prime cure ai feriti e assistenza spirituale.