Roma, 27 novembre 2014 (NEV/CS61) – “Da subito i rinvii di famiglie verso l’Italia sono nuovamente possibili: l’Italia ha assicurato alla Svizzera le garanzie richieste dalla Corte europea dei diritti dell’uomo (Corte EDU) per l’alloggiamento appropriato dei richiedenti asilo minorenni in seno alla famiglia”. E’ quanto rende noto con un comunicato stampa l’Ufficio federale della migrazione del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP) di Berna.Lo scorso 4 novembre la Corte EDU di Strasburgo aveva richiamato la Svizzera all’obbligo di chiedere garanzie all’Italia in merito al rinvio verso il nostro paese di una famiglia afghana richiedente asilo composta da 8 persone, di cui 6 figli minori.La Grande Camera della Corte EDU, con una sentenza inedita, aveva deciso che il trasferimento della famiglia verso l’Italia – paese competente per l’esame della domanda d’asilo in virtù del regolamento di Dublino – violerebbe il divieto di tortura o di trattamenti o pene inumani o degradanti, se prima la Svizzera non si fosse accertata del fatto che l’Italia possa garantire individualmente assistenza conforme all’età dei bambini e il mantenimento dell’unità famigliare. Il ricorso della famiglia afghana alla Corte di Strasburgo era stato inoltrato col sostegno dell’ufficio legale dell’ACES-Aiuto delle chiese evangeliche in Svizzera.Ora tra Mario Gattiker, direttore dell’Ufficio federale della migrazione (UFM), e Mario Morcone, capo del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’Interno italiano, è stata trovata una “soluzione pragmatica e rapidamente attuabile”.Morcone ha assicurato alla Svizzera di garantire per ogni singolo rinvio di una famiglia la preservazione dell’unità familiare e l’alloggio dei richiedenti l’asilo in strutture appropriate. Una famiglia è già stata trasferita in Italia nell’ambito dell’accordo di Dublino conformemente ai nuovi criteri.Nel 2013 la Svizzera ha rinviato verso l’Italia 4000 richiedenti asilo.
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