Roma (NEV), 28 gennaio 2015 – Ieri è stata approvata dal Consiglio Regionale della Lombardia la legge che regolamenta la costruzione di nuovi luoghi di culto non cattolici. Il testo, una modifica del piano per la gestione del territorio (legge regionale urbanistica 12/2005), è stato aspramente criticato da diverse minoranze religiose presenti in Lombardia per la sua incostituzionalità. Tra le disposizioni contenute nella nuova legge, non solo numerosi cavilli di natura tecnica e burocratica, ma anche il requisito di un’Intesa con lo Stato per la comunità che intenda costruire un luogo di preghiera oppure, modifica introdotta ieri con uno degli emendamenti, la possibilità – in mancanza di un “protocollo” con lo Stato come nel caso dell’islam – di procedere comunque, ma previa certificazione di alcuni requisiti, come ad esempio quello di avere “statuti che esprimano carattere religioso delle loro finalità istituzionali e il rispetto dei valori della Costituzione”.
Ieri mattina rappresentanti di culti minoritari e di associazioni filosofiche avevano lanciato un appello ai consiglieri lombardi della maggioranza affinché non votassero il provvedimento, ma esprimessero un voto “secondo coscienza in difesa della libertà di religione e di pensiero, così come voluta dalla Costituzione della Repubblica”. Per i firmatari dell’appello la legge, rinominata legge anti-moschee, intacca “il diritto alla libertà di culto non solo dei musulmani ma di tutte le minoranze religiose. In particolare rendendo quasi impossibile la costruzione dei nuovi luoghi di culto per chi non confessa la religione cattolica”.
L’appello lanciato ieri porta la firma di Samuele Bernardini, presidente del Concistoro della chiesa evangelica valdese di Milano; Carlo De Michelis, presidente della chiesa evangelica metodista di Milano; Vittorio Bellavite, coordinatore del movimento cattolico “Noi Siamo Chiesa”; Reas Syed, responsabile legale del Coordinamento Associazioni Islamiche Milano-Monza Brianza (CAIM); Riccardo Tocco, presidente della Conferenza evangelica nazionale (COEN); Luisa Bordiga della Consulta milanese per la laicità delle istituzioni; Valeria Rosini dell’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti (UAAR).
In particolare, le comunità di fede e associazioni firmatarie dell’appello auspicano “che anche la diocesi di Milano e le altre diocesi lombarde si esprimano esplicitamente contro questo progetto di legge illiberale, in coerenza con i propositi più volte espressi per un dialogo interreligioso che favorisca la coesione sociale e il rispetto dei valori costituzionali. Ciò per testimoniare che i principi di tolleranza e fratellanza sono valori condivisi da tutte le fedi presenti in Lombardia”.
In un comunicato stampa diffuso ieri l’on. Luigi Lacquaniti (PD), lombardo e valdese, sottolineando l’incostituzionalità della legge, ha puntato il dito contro una “politica distaccata dall’esistente” che in quanto tale “non può che generare mostri”. L’unico modo efficace per lottare contro il terrorismo “risiede nel dialogo e in una serena convivenza”. E ha concluso con l’augurio che “la Corte Costituzionale cancelli al più presto questo obbrobrio, frutto di uno scellerato furore ideologico, irrispettoso anche dei più basilari diritti umani”.
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