Messico. 47 evangelici espulsi da un villaggio del Chiapas

Roma (NEV), 4 febbraio 2015 – Non è ancora arrivata a conclusione la vicenda di 47 cittadini della regione messicana del Chiapas, espulsi dal villaggio di Buenavista Bahuitz a causa della loro appartenenza ecclesiastica. Secondo quanto riportato da Christian Solidarity Worldwide (CSW), lo scorso 20 gennaio le autorità locali si sono nuovamente messe di traverso, ponendo come condizione del loro rientro la conversione al cattolicesimo o, in alternativa, il pagamento di una multa particolarmente salata. Il fatto che i 47 evangelici fossero accompagnati da una delegazione del governo centrale del Chiapas che precedentemente aveva negoziato il loro ritorno, non ha smosso la municipalità del villaggio messicano. Pur apparendo un caso limite, quello di Buenavista Bahuitz è la punta di un iceberg che vede numerose e ripetute violazioni della libertà religiosa in Chiapas. Solo in questo mese di gennaio CSW riporta altri casi: a La Florecilla, nella municipalità di San Cristóbal de las Casas, dieci evangelici sono stati espulsi, mentre a Las Ollas il rifiuto degli evangelici locali di partecipare alla festa della Vergine di Guadalupe e di contribuire finanziariamente all’organizzazione dell’evento ha portato ad aggressioni fisiche e alla decisione delle autorità di tagliare alle famiglie protestanti l’erogazione di acqua ed elettricità.
Le violazioni della libertà religiosa in Chiapas sono monitorate anche dalla Chiesa avventista mondiale che nel 2011 ha organizzato nella stessa regione messicana un incontro per affrontare il problema con le autorità locali. L’adesione a una confessione religiosa diversa da quella cattolica è ancora vista come un tradimento rispetto ai valori costitutivi della comunità locale e, quindi, socialmente inaccettabile. Ritornando al caso dei 47 di Buenavista Bahuitz, Mervyn Thomas, a nome dell’organizzazione CSW, ha dichiarato: “Siamo molto amareggiati dal fatto che il governo del Chiapas non abbia garantito un rientro in sicurezza dei cittadini espulsi, né abbia difeso la loro libertà religiosa. Continuiamo a chiedere al governo dello Stato del Chiapas di assolvere agli obblighi imposti dalle leggi messicane e internazionali, riservandoci di chiedere al governo federale di intervenire se quello locale non vorrà o non saprà adempiere alle proprie responsabilità”.