USA. In Indiana una legge sulla libertà religiosa dà licenza di discriminare persone LGBT

Contro il provvedimento omofobo arriva la controffensiva di alcune chiese protestanti USA

Roma (NEV), 1 aprile 2015 – “La discriminazione non è un valore religioso” e “Proprio a causa della mia profonda fede e delle mie convinzioni sostengo i commerci che servono tutti”: recita così, su uno sfondo arcobaleno, la campagna social lanciata in questi giorni dalla United Church of Christ (UCC) degli Stati Uniti, schieratasi contro la legge dello Stato dell’Indiana che consente a individui e aziende di fornire i propri servizi sulla base delle loro convinzioni religiose.

Il 26 marzo il governatore dell’Indiana Mike Pence ha firmato la legge 101, il “Religious Freedom Restoration Act” (RFRA), che – in uno Stato che non prevede tutele contro discriminazioni omofobe – si esplicita in un via libera alla discriminazione di persone LGBT. Questa legge arriva a pochi mesi da quella relativa all’uguaglianza matrimoniale approvata nello stesso stato alla fine del 2014. Il RFRA, ha dichiarato il governatore dell’Indiana, serve a “proteggere le chiese, i cristiani e le loro attività commerciali da chi vuole punirli per le loro convinzioni religiose”.

Motivazioni respinte dai leader della UCC, che si sono detti “indignati” e hanno lanciato un appello ai cittadini dell’indiana affinché chiedano la revoca del RFRA: “Quello che il legislatore intende per ‘libertà religiosa’ è una licenza legale a discriminare le persone in base al loro orientamento sessuale”. Per i leader della UCC è “una grave ingiustizia sfruttare la libertà religiosa in modo tale da rinnegare ad ogni individuo la piena ed equa protezione sotto la legge”. Un provvedimento “sbagliato”, così com’è “sbagliato per tutti i 19 Stati che già hanno provvedimenti analoghi”.

E’ invece “profondamente allarmata” la Chiesa presbiteriana (PCUSA) che in un comunicato stampa diffuso ieri ha affermato: “La PCUSA si oppone a qualsivoglia legislazione che potrebbe generare discriminazioni e aspetta con ansia la revisione del problematico provvedimento sulla libertà religiosa in Indiana”, mentre si dice “solidale con le sorelle e i fratelli ai quali sono continuamente negate l’uguaglianza e la giustizia”.

Anche la Chiesa dei Discepoli di Cristo si è mossa contro il governatore Pence, chiedendo l’immediato annullamento del provvedimento, pena lo spostamento del loro quartier generale dalla capitale Indianapolis, dove sono di stanza da quasi 100 anni. Il prossimo 10 aprile la leadership della chiesa intanto deciderà se organizzare la propria assemblea biennale del 2017 al di fuori dallo Stato dell’Indiana, con un danno per il turismo locale di potenzialmente 5 milioni di dollari.

Come l’Indiana, altri 16 Stati sono in procinto di varare leggi che vanno nella stessa direzione, primo fra tutti l’Arkansas che dovrebbe promulgarne una simile in settimana. Di fatto queste leggi ricalcano la RFRA federale votata 20 anni fa con la quasi unanimità dal Congresso statunitense.