Ucraina. A Londra una Consultazione sollecita la solidarietà e l’impegno delle chiese

Firmata un risoluzione che denuncia i rischi per la libertà religiosa e i diritti civili

Roma (NEV), 13 maggio 2015 – L’emergenza umanitaria; i rischi posti alla libertà e diversità religiosa e ai diritti umani; l’ideologia panslavica; la tristezza per le tante sofferenze e lo sdegno per le violenze perpetrate. Sono questi gli elementi portanti della risoluzione (vedi sotto) redatta lo scorso 28 aprile a Londra dai partecipanti alla Consultazione sull’Ucraina organizzata dalla Società missionaria battista (BMS) e dalla Missione Eurasia. Sessanta delegati di denominazioni, organizzazioni cristiane e agenzie umanitarie provenienti da Ucraina, Russia, Regno Unito e tutta Europa, si sono riuniti a Lambeth Palace, la residenza ufficiale dell’arcivescovo di Canterbury, per capire come la comunità cristiana globale può rispondere alle emergenze create dal conflitto in Ucraina.

In quattro sessioni di lavoro – che hanno avuto come lingue ufficiali l’ucraino, il russo e l’inglese -, i partecipanti hanno esplorato diversi aspetti derivanti dal conflitto: il concetto di “visione del mondo russo” e come certe ideologie possono aver guidato l’attuale crisi in Ucraina; come i cristiani dovrebbero reagire alle esigenze umanitarie; le minacce alla libertà religiosa e ai diritti umani e lo sviluppo di un processo di riconciliazione. Al termine della consultazione è stata firmata una risoluzione che invita la comunità cristiana globale a riconoscere ciò che sta accadendo in Ucraina e a sviluppare una risposta concreta a sostegno del popolo ucraino. Il documento pone anche nero su bianco le preoccupazioni per la difficile situazione delle chiese cristiane non affiliate al Patriarcato di Mosca, poste, nelle zone di conflitto, “sotto la costante minaccia di discriminazioni e persecuzioni”. “La Conferenza è stata un’esperienza molto positiva – ha dichiarato il pastore Tony Peck, segretario generale della Federazione battista europea (FBE) -. Preparare fin d’ora la possibilità di una riconciliazione, in particolare tra le chiese di Ucraina e Russia, continuerà a essere una priorità dell’FBE”.

Di seguito pubblichiamo la risoluzione sottoscritta lo scorso 28 aprile dai partecipanti alla Consultazione di Londra sull’Ucraina, convocata dalla Missione battista mondiale (BSM) e dalla Missione Eurasia.

Consultazione di Londra: risoluzione sull’Ucraina

Il conflitto armato nella parte orientale dell’Ucraina ha portato a una catastrofe umanitaria. Intere città e villaggi sono stati distrutti e diverse migliaia di civili e soldati sono stati uccisi. Il conflitto ha creato più di un milione e mezzo di rifugiati. Questi, tristemente, sono solo i dati visibili della tragedia. La portata delle conseguenze sociali, culturali e psicologiche è impossibile da comprendere.

La crisi presenta una pressante opportunità per la Chiesa globale di dimostrare solidarietà a coloro che soffrono, di esprimersi a difesa della libertà religiosa, e di contribuire a restaurare la pace, la giustizia e la riconciliazione. Le chiese devono far sorgere tra la popolazione ucraina una visione di speranza e riconciliazione. La comunità cristiana globale può offrire un aiuto concreto sostenendo dei programmi ben coordinati per la creazione di centri comunitari per l’assistenza sociale, psicologica e umanitaria.

La guerra in Ucraina ha posto seri rischi negli ambiti della libertà religiosa, dei diritti umani e della diversità religiosa nella Crimea ucraina e nei territori dell’Ucraina orientale occupati dai separatisti filo-russi. La concezione ortodossa panslavica del cosiddetto “mondo russo” sta monopolizzando il pensiero ideologico e l’azione pratica in queste regioni. Le confessioni ortodosse non affiliate al Patriarcato di Mosca si trovano sotto la costante minaccia di discriminazioni e persecuzioni. Cattolici, protestanti e altre minoranze religiose soffrono allo stesso modo una persecuzione violenta e hanno bisogno della nostra solidarietà e del nostro attivo sostegno. Creare consapevolezza, monitorare le violazioni della libertà religiosa, promuovere una campagna di informazione estesa, efficace e basata sui fatti, provvedere all’assistenza finanziaria per le famiglie di coloro che sono perseguitati, e altre forme di sostegno internazionale sono di vitale importanza.

Le politiche di separatismo e di guerra continuano, non solo perché hanno il sostegno di particolari fazioni, ma anche perché manca una visione e una leadership per il mantenimento della pace e la riconciliazione, e non c’è unità tra i mediatori di pace. La chiesa in Ucraina gode del più alto livello di credibilità e fiducia ed è un elemento chiave nel processo di riconciliazione. La comunità cristiana internazionale e le NGO possono offrire anche un sostegno significativo negli sforzi che possono portare a una riconciliazione nazionale e interreligiosa.

Il nuovo governo ucraino, da solo, non può affrontare le conseguenze distruttive di questa guerra. In molte occasioni, i leader dell’Ucraina hanno fatto appello all’aiuto delle istituzioni internazionali. Oggi i leader delle chiese ucraine fanno appello alla comunità cristiana globale per ottenere solidarietà e sostegno, e per la difesa della libertà, della giustizia e della pace in Ucraina.

A nome del popolo ucraino e delle chiese ucraine, i partecipanti alla Consultazione di Londra:

riconoscono con tristezza i recenti terribili eventi in Ucraina, che hanno causato migliaia di morti e in più di un milione e mezzo di sfollati;

incoraggiano
tutte le agenzie rilevanti a collaborare più strettamente con la Chiesa in Ucraina  per rendere più efficace l’azione di aiuto e soccorso;

invitano la comunità cristiana globale a rispondere prontamente e generosamente agli appelli per l’assistenza umanitaria;

chiedono alle agenzie umanitarie e alle denominazioni cristiane di sviluppare rapide unità di intervento per migliorare il coordinamento dell’assistenza umanitaria nell’Ucraina meridionale e orientale;

chiedono lo sviluppo di misure preventive e l’assicurazione di assistenza post-conflitto attraverso la ricostruzione e lo sviluppo di pratiche per il ristabilimento della pace;

sottolineano la continua necessità di una informazione imparziale e oggettiva sulla situazione politica, economica e sociale in Ucraina;

esprimono profonda preoccupazione che le comunità cristiane non affiliate alla chiesa ortodossa russa del patriarcato di Mosca subiscano nel conflitto sofferenze sproporzionate;

esprimono
dolore e sdegno per l’uccisione di quattro leader di una chiesa evangelica in Slavyansk, rapiti a Pentecoste 2014 durante una funzione religiosa, e poi torturati e assassinati da separatisti filo russi;

condannano l’uso della violenza e le aggressioni dei separatisti filo-russi, che hanno preso con la forza diversi edifici ecclesiastici e centri educativi battisti, pentecostali e di altre denominazioni. In molti casi, questi luoghi di culto e di istruzione sono stati trasformati in caserme e fortificazioni militari;

fa appello alla comunità cristiana internazionale affinché dimostri la propria solidarietà al popolo ucraino, in particolare verso i cristiani che stanno subendo persecuzioni nei territori occupati del sud e dell’est dell’Ucraina;

si impegnano per lo sviluppo di partenariati formali e informali per la difesa della libertà religiosa e la giustizia sociale in Ucraina, attraverso reti internazionali e la condivisione di risorse.
(traduzione a cura di nev-notizie evangeliche)