Roma (NEV), 24 giugno 2014 – Molte le voci che si sono trovate d’accordo nel definire la visita di papa Francesco al Tempio valdese di Torino avvenuta lo scorso 22 giugno, un evento di portata storica, tra questi anche tre onorevoli, membri della chiesa valdese: “Se possiamo usare concetti terreni per definire lo storico incontro tra la Chiesa valdese e papa Francesco, dobbiamo dire che questo è stato un limpido e indubitabile successo – ha detto Valdo Spini, già ministro e parlamentare di lunga esperienza, presente nel tempio di Torino –. L’atmosfera che ha caratterizzato l’incontro incoraggia ad una nuova pratica dell’ecumenismo, fondata sull’arricchimento reciproco e di una nuova cultura del pluralismo che papa Francesco ha di fatto affermato venendo a visitare il tempio valdese di Torino e ribadendo che ‘unità non significa uniformità’. Ma non voglio trascurare che, quando è stato il mio turno di presentarmi al Papa, mi sono permesso di ricordare la mia qualifica di ex ministro dell’Ambiente per sottolineare il valore della sua recente Enciclica su questi temi. Anche le chiese protestanti e la nostra hanno i loro contributi in materia: un altro terreno su cui si potrà, se lo si vorrà, camminare in comunione, come è stato detto a Torino”.
Per il valdese Luigi Lacquaniti, deputato PD, “papa Francesco ha compiuto un altro passo nel dialogo ecumenico che lo vede in prima linea sin dall’inizio del suo pontificato. Questa apertura smuove le coscienze dei fedeli appartenenti alle diverse comunità cristiane e personalmente ho molto apprezzato l’attenzione che papa Francesco ha rivolto alle nostre chiese. I gesti del papa interrogano e stimolano pure le istituzioni italiane, che su questi temi fondamentali sono ferme da tempo, in una società in continua evoluzione”.
Per il valdese Lucio Malan, senatore di Forza Italia: “E’ stata una giornata storica. La richiesta di perdono di papa Francesco per ‘gli atti non cristiani e persino non umani’ compiuti contro i valdesi durante i secoli di persecuzioni, è stata una pagina di fraternità cristiana e un atto di giustizia. Pensando a tutti i miei antenati e fratelli in fede che subirono gravi discriminazioni, imprigionamenti in fortezze da cui raramente si usciva vivi, genocidi di uomini, donne e bambini, intimazioni all’abiura pena la morte, cui spesso andarono deliberatamente incontro, mi sono profondamente commosso. Il proposito formulato, sia da papa Bergoglio sia dal moderatore Bernardini, di una fraterna collaborazione – ha proseguito Malan –, in particolare in difesa della libertà religiosa va condiviso, non ignorando le differenze che tutt’ora sussistono, ma anzi traendone spunto per una maggiore consapevolezza di fede. Bene ha fatto la Tavola valdese – ha concluso Malan – a formulare l’invito e altrettanto il vescovo di Roma ad accettarlo e a farne un’occasione così significativa”.