Crisi migratoria. Le chiese in Europa in difesa dei rifugiati per un’accoglienza dignitosa

I messaggi di KEK e Comece alle istituzioni europee e della EKD all’opinione pubblica

Roma (NEV), 23 settembre 2015 – Numerose sono state in queste settimane le prese di posizione da parte di chiese e organismi ecumenici in riferimento alla crisi migratoria cui sta facendo fronte l’Europa (vedi NEV 37 e 38/15). L’ultima arriva dai presidenti della Conferenza delle chiese europee (KEK) e della Commissione delle Conferenze episcopali della Comunità europea (COMECE), che lo scorso 18 settembre si sono incontrati a Monaco di Baviera. Il vescovo emerito anglicano Christopher Hill e il cardinale Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Freising, al termine dell’incontro con un comunicato stampa congiunto hanno “riaffermato la solidarietà delle chiese con quanti cercano di giungere in Europa alla ricerca di sicurezza”. “La ferita di tutti coloro che soffrono in Medioriente, inclusi i cristiani della regione, sono nelle nostre preghiere e sono la nostra priorità nei rapporti con le istituzioni dell’Unione europea (UE)”, ha detto il vescovo Hill, mentre il cardinale Marx ha rilevato: “Chi vuole entrare in Europa non deve temere di morire annegato o asfissiato. Ma deve poter richiedere un procedimento equo di asilo. Si tratta di minimi standard che vanno rispettati in tutta Europa”. I due leader religiosi si sono soffermati anche sulla crisi economica europea e in particolare sul problema della disoccupazione giovanile, ma anche su questioni attinenti la giustizia climatica.

In questi giorni anche la Chiesa evangelica di Germania (EKD) ha pubblicato uno statement relativo alla crisi migratoria dal titolo “Sulla situazione dei rifugiati”. Il messaggio, indirizzato all’opinione pubblica tedesca ed europea, è stato lanciato lo scorso 15 settembre significativamente a Bruxelles e porta la firma dei 20 rappresentanti di altrettante “Landeskirchen” della EKD: una prima nella storia dell’organismo di chiese guidato dal vescovo luterano Heinrich Bedford-Strohm. “Accogliere i rifugiati è un obbligo dal punto di vista umano e fa parte della nostra responsabilità di cristiani”, si legge nel messaggio. In particolare viene sottolineata la necessità di creare corridoi umanitari legali e sicuri verso l’Europa, ma con la stessa insistenza le Landeskirchen tedesche chiedono una soluzione dei conflitti bellici partendo dalle cause che li hanno determinati: cambiamento climatico, guerre, persecuzioni e povertà estrema sono alla base di relazioni commerciali globali, del commercio delle armi e di uno stile di vita che sfrutta le risorse del pianeta, dicono gli esponenti protestanti tedeschi. Pertanto, per combattere queste condizioni ingiuste serve “cambiare rotta” (per il messaggio in italiano clicca qui).

Proprio lo scorso 15 settembre Heinrich Bedford-Strohm si era incontrato a Bruxelles con Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione UE. Sul tappeto le questioni riferite alla situazione umanitaria dei rifugiati in Europa. In particolare Bedford-Strohm ha ringraziato per gli sforzi che la UE sta mettendo in atto nell’affrontare la situazione, non senza sottolineare che l’innalzamento di muri a filo spinato sono in contraddizione con il comandamento di Dio sull’amore per il prossimo. Una misura che da una parte criminalizza i profughi, e dall’altra favorisce il traffico, quello sì criminale, dei “passatori”, ha detto Bedford-Strohm.

Per parte sua il Consiglio metodista europeo (EMC), riunitosi per il suo incontro annuale a Ruse in Bulgaria dal 13 al 16 settembre, ha approvato una lettera pastorale sul tema dell’accoglienza ai migranti (vedi NEV 38/15) che si può leggere integralmente in Documentazione in questo numero.