Sviluppo. Mantenere le promesse contro la povertà nel mondo

Religiosi britannici chiedono a Cameron di sostenere gli Obbiettivi ONU per lo sviluppo

Roma (NEV/Riforma.it), 23 settembre 2015 – Lo scorso 18 settembre rappresentanti religiosi cristiani, musulmani ed ebrei del Regno Unito si sono ritrovati presso la cattedrale anglicana di St. Paul, a Londra, per sollecitare il primo ministro David Cameron a mantenere le promesse fatte ai poveri del mondo. L’incontro è avvenuto ad una settimana dalla riunione dei capi di Stato convocata a New York (25-27 settembre) dalle Nazioni Unite per approvare gli Obbiettivi ONU per lo sviluppo sostenibile (clicca qui). “Siamo qui per chiedere a Cameron di usare tutto il suo potere, a livello nazionale ed internazionale, per assicurare che i nuovi Obbiettivi possano davvero cambiare in meglio le vite di milioni di persone”, ha affermato Husna Ahmad, amministratrice delegata della Onlus musulmana femminile “Global One”, che ha proseguito: “Gli Obbiettivi hanno delle potenzialità straordinarie, ma si potranno realizzare solo se i governi li perseguiranno con determinazione, investendo risorse adeguate”.

Gli Obbiettivi ONU per lo sviluppo sostenibile sostituiranno, a partire dal 2016, gli Obbiettivi del Millennio, lanciati nel 2000. In particolare, prevedono 17 ambiti di azione che vanno dal porre fine alla povertà, alla lotta alle ineguaglianze, alla protezione dell’ambiente. “Uno degli aspetti più importanti dei nuovi Obbiettivi – ha spiegato Dionne Gravesande di Christian Aid, l’associazione umanitaria che ha organizzato l’incontro a St. Paul – è la loro insistenza sul concetto che nessuno va lasciato indietro. Nessun Obbiettivo si potrà considerare realizzato se non sarà raggiunto da tutti i gruppi della società. In un mondo segnato da ineguaglianze e discriminazioni, si tratta di una preziosa promessa. Spero che tutte le comunità religiose si attivino affinché i leader del mondo tengano fede agli impegni”. Tra i religiosi presenti all’incontro del 18 settembre a Londra, oltre a quelli già citati, figurano: il presidente della Conferenza metodista britannica, Steve Wild; il rabbino della New North London Syagogue, Jonathan Wittenberg; la responsabile del settore sviluppo internazionale dell’Esercito della Salvezza, Helen Poxon; il vice presidente del Consiglio delle chiese luterane in Gran Bretagna, Michael Persson.

Oltre all’incontro di St. Paul, una piattaforma interreligiosa ha lanciato la campagna “Prayer for Everyone” (clicca qui) che, dal 24 settembre al 1° ottobre, intende organizzare eventi a livello mondiale e diffondere sui social (#PrayerforEveryone – #globalgoals – #DizzyGoals – @TheGlobalGoals) la conoscenza dei 17 nuovi Obbiettivi.