Roma (NEV), 18 novembre 2015 – In seguito all’accoltellamento di Nathan Graff, ebreo ortodosso, avvenuto a Milano lo scorso 12 novembre, le chiese evangeliche del capoluogo ambrosiano hanno diffuso il giorno seguente una nota per esprimere la loro solidarietà ai presidenti della comunità ebraica di Milano e al rabbino capo Alfonso Arbib. Di seguito il testo integrale: “Venire accoltellati, oltretutto da dietro, alla schiena, per il semplice fatto che con gli abiti si testimonia la propria fede; passeggiare pacificamente per Milano ed essere aggrediti per la mera, ma visibile appartenenza al mondo ebraico… La bestiale ‘giustizia dei coltelli’ che tende a dilagare in Medio Oriente e in Europa, ci chiama tutti alla solidarietà e alla difesa di quei valori di libertà di religione e di pensiero che stanno a fondamento di una pacifica convivenza fra i popoli, le religioni, le culture. Le chiese evangeliche di Milano – valdese, metodista, battista, luterana, anglicana, avventista, – esprimono la loro fraterna e completa vicinanza alla comunità ebraica di Milano e d’Italia, nel momento del dolore e del pericolo. Fermamente convinte che la testimonianza della cultura, della spiritualità, della fede e della presenza ebraica nel nostro Paese sia fondamentale e irrinunciabile per costruire assieme un cammino di pace e di giustizia, le chiese evangeliche di Milano assicurano il loro pieno impegno affinché la possibilità di vivere ed annunciare la propria fede sia garantita a ogni comunità e a ogni individuo, a partire dai fratelli ebrei”.
In risposta è arrivata oggi una lettera di Milo Hasbani e Raffaele Besso, presidenti della Comunità ebraica di Milano: “Desideriamo esprimere il nostro più sincero apprezzamento per le parole e le espressioni di solidarietà. Purtroppo stiamo assistendo ad un crescendo di episodi di violenza antisemitici a livello mondiale ed europeo, in particolare, e la storia ci ha insegnato come spesso questi episodi non siano isolati ma si diffondano a macchia d’olio in tutti gli ambiti. Da parte nostra – hanno proseguito Hasbani e Besso – faremo il possibile ed anche di più per contrastare tali episodi e sapere che non siamo soli in questo obiettivo ci sostiene e ci dà fiducia. Dobbiamo proteggerci e sostenerci gli uni con gli altri e non permettere al terrorismo di trasformare le nostre vite in prigioni. Tutto questo è possibile fintanto che ci si opporrà saldamente alla violenza in ogni sua forma”.