Roma (NEV), 18 novembre 2015 – Celebrazioni interreligiose e momenti di preghiera, accompagnati da dichiarazioni pubbliche di cordoglio, solidarietà e speranza, hanno caratterizzato in tutto il mondo la risposta da parte delle comunità di fede agli attacchi terroristici che hanno colpito Parigi lo scorso venerdì. “Di fronte a una prova così grande, dobbiamo restare uniti!” E’ questa l’esortazione con cui il pastore François Clavairoly, presidente della Federazione protestante di Francia (FPF), ha invitato tutte le chiese membro della FPF a dedicare momenti di preghiera e di riflessione nei culti di domenica scorsa. Mentre “i valori della Repubblica e della democrazia sono presi di mira, e la fraternità umana è messa alla prova – ha dichiarato Clavairoly – noi vogliamo esprimere solidarietà a chi opera per la pace e la giustizia, ribadendo la nostra determinazione a testimoniare una speranza che non può essere vinta e a resistere a ogni forma di fanatismo”.
Lo stesso richiamo all’unità in questo momento di crisi è stato lanciato dal pastore Laurent Schlumberger, presidente della Chiesa protestante unita di Francia (EPUF). In un messaggio rivolto alle chiese locali, Schlumberger si è chiesto: “Di fronte a tanta paura e sconforto, cosa possiamo fare? Possiamo pregare; possiamo offrire l’ascolto e la parola; possiamo coltivare la solidarietà e la fraternità, così fragili e così preziose, che ci sono state affidate”.
Tra le organizzazioni ecumeniche internazionali, la prima a intervenire pubblicamente è stata la Conferenza delle chiese europee (KEK) che, attraverso il suo segretario generale, il belga Guy Liagre, ha definito gli attentati “una vile aggressione, una tragedia immane e un affronto all’umanità intera”. Dopo aver espresso vicinanza e solidarietà nella preghiera a chi piange una persona cara e a chi nella notte “ha messo a rischio la propria vita per salvare quella degli altri”, il pastore Liagre ha affermato: “questi tragici eventi ci spingono a rafforzare il nostro lavoro per la pace e la riconciliazione. Come cristiani, dobbiamo rimanere fedeli all’evangelo e impegnarci per un’Europa, umana, pacifica, giusta e libera”.
Una ferma condanna della violenza terroristica è arrivata anche dal Comitato esecutivo del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), le cui riunioni si sono tenute a cavallo del fine settimana a Ginevra (Svizzera). “Non possiamo accettare che tali atrocità possano venire giustificate in nome di Dio o di una qualsiasi religione. La violenza nel nome della religione è una violenza contro la religione, che noi condanniamo, rifiutiamo e denunciamo. Non lasciamo che questi eventi riducano la nostra ospitalità a coloro che fuggono dalla violenza e dall’oppressione”, hanno inoltre ammonito gli esponenti del CEC. Domenica scorsa il CEC, insieme alla chiesa protestante di Ginevra, ha organizzato presso la cattedrale di Saint Pierre un culto per ricordare sia le vittime di Parigi, sia le persone uccise negli attentati di Beirut giovedì scorso.