Roma, 18 gennaio 2016 (NEV-CS03) – Si è aperta questa mattina con una relazione del ministro degli interni tedesco Thomas de Maizière la conferenza di “alto livello” sulla crisi migratoria convocata d’urgenza dal Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) in collaborazione con l’UNICEF, l’UNFPA e l’UNHCR. Tra gli scopi del vertice quello di sottolineare alcune priorità nella gestione della crisi migratoria come quella dell’integrazione dei migranti, senza tralasciare il ruolo dirimente che possono avere in questo le comunità di fede sul territorio.
Riuniti per l’occasione a Ginevra (Svizzera) presso la sede del CEC più di ottonata esperti provenienti da Europa, Africa e Medioriente, tra cui politici, alti funzionari delle Nazioni Unite, ma anche esponenti di chiese e associazioni cristiane impegnate nell’accoglienza dei profughi. Dall’Italia sono intervenuti questa mattina Paolo Naso della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) e mons. Marco Gnavi della Comunità di Sant’Egidio, che hanno illustrato il progetto-pilota dei “corridoi umanitari” lanciato un mese fa e gestito ecumenicamente dalle due organizzazioni. Già a febbraio è previsto l’arrivo di un primo gruppo di profughi siriani altamente vulnerabili, che con un visto per motivi umanitari viaggeranno in sicurezza e per vie legali dai campi profughi libanesi verso l’Italia.
“La nostra presenza in questo consesso attesta l’interesse che il nostro progetto ecumenico di ‘corridoi umanitari’ riscuote in sede internazionale – ha commentato Naso, tra i responsabili del progetto FCEI Mediterranenan Hope –. Il paradosso è che l’idea di vie sicure di accesso in Europa è largamente condivisa, ma l’Unione europea nel suo complesso non ha il coraggio né la forza di adottare una politica in questa direzione. Di fronte all’immobilismo delle istituzioni europee, fanno bene le chiese a denunciare che tra un vertice e l’altro, muoiono centinaia di persone, e che siamo di fronte a una crisi umanitaria di eccezionale portata. La nostra proposta di ‘corridoi’ – ha concluso Naso – non è la soluzione magica a un problema enorme, ma indica una strada sostenibile e praticabile perché coerente con il diritto internazionale e capace di tutelare le persone più vulnerabili”.
Oltre al segretario generale del CEC, pastore Olav Fykse Tveit, tra gli altri sono presenti al vertice il presidente della Chiesa evangelica in Germania (EKD) Heinrich Bedford-Strohm; il ministro per le migrazioni della Grecia, Ioannis Mouzalas; l’accademico e già ministro libanese Terek Mitri; il segretario generale del Consiglio delle chiese del Medio Oriente, padre Michel Jalakh e il valdese Massimio Gnone per la Commissione sinodale per la diaconia CSD).
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