Roma, 29 febbraio 2016 (NEV/CS10) – In un’atmosfera di commozione e di festa questa mattina all’aeroporto di Fiumicino sono arrivate 24 famiglie siriane, grazie al progetto pilota dei corridoi umanitari promosso dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), dalla Comunità di Sant’Egidio e dalla Tavola valdese in accordo con i Ministeri degli Esteri e dell’Interno. Le famiglie – in tutto 93 persone, di cui 41 minori, considerate particolarmente vulnerabili – sono giunte dal Libano con un regolare volo di linea, grazie a un visto per motivi umanitari rilasciato dall’ambasciata italiana di Beirut. A salutarle per primo, nella conferenza stampa tenutasi in aeroporto, è stato il Ministro degli esteri Paolo Gentiloni che ha voluto ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile il progetto dei corridoi umanitari: “Per affrontare adeguatamente il tema delle migrazioni è necessario mettere in campo un ventaglio di azioni diverse, tra cui i corridoi umanitari. Questi ultimi – ha aggiunto il Ministro – sono un messaggio all’Europa per ricordare che alzare muri non è la soluzione per affrontare la crisi dei migranti”.
Il pastore Luca Maria Negro, presidente della FCEI, ha sottolineato l’assoluta novità del progetto nel quadro europeo e il suo carattere ecumenico, sostenuto anche da numerose chiese protestanti estere e da organismi ecumenici internazionali. “L’idea – ha spiegato Negro – è maturata nell’ambito del progetto FCEI Mediterranean Hope, iniziato nel 2014 con un Osservatorio sulle migrazioni a Lampedusa. Scrutando questo mare su cui si avventurano in tanti, ci siamo accorti che esso è una sorta di deserto acquatico, e ci è tornata in mente la visione di Isaia 40 con l’invito a preparare nel deserto ‘una strada per il Signore’. Abbiamo raccolto questa chiamata a preparare una strada per chi fugge dalla guerra e dalla miseria”.
Un caldo benvenuto alle famiglie siriane è stato dato dal presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, che ha sottolineato come oggi sia stato disegnato “un volto molto bello dell’Italia, fondato sui principi della solidarietà e dei diritti, principi fondativi dell’Europa. Questo primo gruppo di famiglie dimostra che è possibile gestire l’arrivo dei profughi sul nostro continente con umanità e sicurezza. Diventi un modello per i Paesi dell’Unione europea, divisi e in difficoltà di fronte alla doverosa accoglienza di chi fugge dalla guerra”.
“Oggi è un giorno da celebrare, un giorno di gioia – ha detto Paolo Naso, in rappresentanza della Tavola valdese per l’impossibilità del moderatore Eugenio Bernardini ad essere presente alla conferenza stampa -. Questo progetto è un esempio di come la società civile si sia messa in campo, in accordo con le autorità competenti per dare una risposta concreta al dramma di tanti profughi. Questa è l’Europa che vogliamo: un’Europa che non innalza muri ma getta ponti”. Le chiese metodiste e valdesi finanziano il progetto dei corridoi umanitari con i propri fondi 8 per mille.
Alla conferenza stampa sono inoltre intervenuti Giovanni Ramonda, presidente dell’associazione Comunità Giovanni XXIII e Carmine Valente, direttore dei Servizi civili per l’immigrazione e l’asilo del Ministero dell’Interno.
Dopo la conferenza stampa le famiglie siriane sono partite per diverse località della penisola dove saranno prese in carico da strutture di accoglienza dei promotori del progetto ecumenico. La FCEI ha allestito “Casal Damiano”, una struttura di accoglienza per 23 persone vicino Aprilia; altre 5 persone saranno accolte a Reggello, preso il centro della chiesa valdese “Casa Cares”.
Per approfondimenti su come funziona il progetto ecumenico dei corridoi umanitari – e sul perché questo progetto è importante leggi la scheda.