Corridoi umanitari, presentati alla Stampa Estera a Roma

Per la metà di aprile atteso il prossimo gruppo di circa 150 profughi
Roma (NEV) 6 aprile 2016 – “Oggi è un giorno triste per l’Europa, che con i rinvii dei profughi dalle isole greche verso la Turchia, sta venendo meno ai suoi principi della solidarietà, dell’accoglienza, della difesa dei diritti e della protezione umanitaria”, hanno commentato all’unisono Luca Maria Negro e Marco Impagliazzo, rispettivamente presidenti della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) e della Comunità di Sant’Egidio, in occasione di una conferenza stampa organizzata lo scorso 4 aprile alla Sala Stampa Estera a Roma, dal titolo: “Corridoi umanitari: un’alternativa al patto UE/Turchia sui profughi?”.

Presentando i “corridoi umanitari”, progetto-pilota promosso dalla FCEI (nell’ambito del suo più ampio programma “Mediterranean Hope”) e dalla Comunità di Sant’Egidio, i due presidenti hanno ribadito la loro posizione: non ci sarà soluzione per la crisi migratoria se l’Europa continuerà ad alzare muri, tracciare fili spinati, effettuare respingimenti. E nel giorno dei primi rinvii di migranti dalla Grecia verso la Turchia, FCEI e Sant’Egidio hanno annunciato il prossimo arrivo dei “corridoi umanitari”: nella seconda metà di aprile sono attese circa 150 persone, provenienti in larga parte dalla Siria, e da diverso tempo rifugiate in Libano. Il primo gruppo cospicuo di profughi siriani beneficiari del progetto-pilota, era giunto a Fiumicino lo scorso 29 febbraio.

Sottolineando ancora una volta la natura ecumenica del progetto, espressione di quell’unità dei cristiani che si sviluppa e si mostra là, dove concretamente c‘è più bisogno, hanno parlato di “modello per l’Europa”, che coniuga le competenze dello Stato con quelle della società civile. Il progetto che in due anni prevede l’arrivo di un migliaio di profughi ad alta vulnerabilità, si basa infatti su un protocollo firmato tra le organizzazioni promotrici – FCEI, Sant’Egidio e Tavola valdese – e i Ministeri degli Esteri e dell’Interno. Il progetto funziona al momento solo in Italia, ma il suo successo – fanno notare i promotori – sta aprendo la strada alla sua replicabilità anche in altri Stati europei. Esistono già contatti con alcuni Paesi come Spagna, San Marino, Germania e Francia. Non solo azione umanitaria, dunque, ma anche messaggio politico.

“L’esperienza attesta la ricchezza e le potenzialità della collaborazione tra diversi attori, sia istituzionali che della società civile – ha affermato Negro –. Seppur molto modesta nei numeri, questa iniziativa si configura come uno dei modelli più logici e sostenibili di governo dei flussi migratori. Inoltre, si tratta di un progetto che si occupa di tutta la ‘filiera dell’immigrazione’, dall’individuazione di chi ha i criteri per usufruirne, all’accoglienza in Italia, fino ai programmi di integrazione”, ha aggiunto Negro.

I “corridoi umanitari” prevedono per i beneficiari l’accoglienza e l’avvio di un percorso di integrazione in varie strutture gestite dalla FCEI, dalla Commissione sinodale per la diaconia (CSD) delle chiese metodiste e valdesi, dalla Comunità di Sant’Egidio o da associazioni o istituzioni che hanno aderito al progetto. I costi legati all’individuazione dei beneficiari in loco, all’accoglienza e all’integrazione sono interamente a carico delle organizzazioni promotrici del progetto.

(Info: http://www.fedevangelica.it/images/MH/Scheda_Corridoi_Umanitari_-_4_aprile_2016.pdf).