Roma (NEV), 18 maggio 2016 – A poche ore dall’approvazione della legge sulle unioni civili dello scorso 12 maggio i rappresentanti delle chiese battiste, luterane, metodiste e valdesi hanno voluto esprimere la loro soddisfazione per quanto auspicato già da tempo dalle stesse chiese, tant’è che negli anni alcune di loro hanno introdotto la pratica della benedizione di coppie dello stesso sesso.
“La nuova legge sulle unioni civili non è una minaccia alla famiglia ma, al contrario, riconosce e tutela famiglie diverse alle quali vanno riconosciuti uguali diritti”, è stato il commento del moderatore della Tavola valdese, pastore Eugenio Bernardini, per il quale la legge “sana una discriminazione e allinea l’Italia a paesi con una solida tradizione in materia di diritti civili”.
Per il pastore Heiner Bludau, decano della Chiesa evangelica luterana in Italia (CELI), la nuova legge “assicura a tutte le coppie di vivere un’unione in dignità e certezza di diritti. Come luterano, lo ritengo un contributo fondamentale alla costruzione di una società che consente a tutti di vivere con pienezza i valori cristiani di fiducia, fedeltà e responsabilità”.
Sulla stessa linea anche il pastore Raffaele Volpe, presidente dell’Unione cristiana evangelica battista d’Italia (UCEBI), per il quale si tratta di una legge “che allarga i confini dei diritti”: “Più riconoscimento significa più inclusione e quindi più giustizia!”.
“Il nostro impegno pastorale prosegue oggi in un nuovo contesto giuridico per sostenere tutte le relazioni familiari e combattere ogni forma di omofobia”, ha aggiunto Bernardini, mentre Bludau ha ricordato come “per troppi secoli le chiese hanno discriminato le persone omosessuali: come CELI riconosciamo da tempo questa colpa e accompagniamo tutti e indifferentemente nel proprio cammino di fede e di vita”. Rimane tuttavia la mancata tutela dei minori che già oggi vivono in seno a famiglie arcobaleno. In merito, il pastore Bludau, pur ribadendo la sua contrarietà a pratiche di maternità surrogata, ha espresso l’auspicio che alla legge sulle unioni civili facciano presto seguito “provvedimenti di salvaguardia dei diritti dei bambini che crescono all’interno di queste famiglie, a partire dal riconoscimento della cosiddetta stepchild adoption”.