Roma (NEV), 8 giugno 2016 – A pochi giorni dall’apertura del Concilio panortodosso in agenda dal 19 al 27 giugno a Creta, a chiedere un rinvio dell’evento – già definito storico – minacciando forfait nel caso la richiesta non fosse stata accolta, è stata la Chiesa ortodossa di Bulgaria, e sulla stessa linea d’onda la Chiesa ortodossa della Giorgia.
Un pressing motivato con la richiesta di emendare i testi di lavoro di alcuni dei documenti che il Concilio dovrebbe promulgare. A sollevare le riserve e i distinguo più tenaci sono il documento sul sacramento del matrimonio, quello sulle relazioni con le altre confessioni cristiane e quello sui rapporti con il mondo contemporaneo. Non si è fatta attendere la reazione del Santo Sinodo del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli: il Santo e Grande Concilio della Chiesa ortodossa non può naufragare nel momento in cui sta prendendo il largo. Esso va celebrato secondo le modalità predisposte nella fase preparatoria, con decisione presa all’unanimità da tutti i capi delle chiese ortodosse o dai loro rappresentanti delegati, e “nessuna cornice istituzionale consente di riconsiderare il processo sinodale”.
Il Concilio panortodosso sarà il primo grande incontro di tutte le famiglie ortodosse dal 1054, data dello scisma d’Oriente.
(Foto: un momento dei lavori durante la Sinassi preparatoria svoltasi a gennaio 2016 a Chambésy in Svizzera).