Roma (NEV), 21 settembre 2016 – In occasione del vertice intergovernativo su rifugiati e migranti che ha aperto a New York i lavori della 71esima Assemblea generale delle Nazioni Unite (20-26 settembre), il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), la Commissione delle chiese per i migranti in Europa (CCME), Action by Churches Together (ACT) e Churches Witnessing With Migrants (CWWM) hanno indirizzato un documento congiunto ai governanti del mondo riuniti nel Palazzo di Vetro. Secondo i firmatari della dichiarazione, per affrontare il tema delle migrazioni la comunità internazionale deve ripartire da sei priorità: individuare le cause che spingono le persone a muoversi (non solo conflitti e povertà ma anche disastri naturali e cambiamento climatico); sostenere uno sviluppo sostenibile ed equo; riaffermare con forza l’esistenza dei diritti umani a partire dalle convenzioni internazionali che li sostanziano; condividere e ridistribuire le responsabilità tra gli Stati, porre fine alla criminalizzazione del rifugiato; escogitare canali che rendano possibile un’immigrazione sicura e regolare.
Doris Peschke, segretaria generale della CCME, a margine della firma della dichiarazione ha precisato: “La nostra speranza è che gli Stati si impegnino per una risposta coordinata dalle Nazioni Unite sulla crisi dei rifugiati, accettando di condividere la responsabilità internazionale della loro protezione. L’impegno per un migliore schema migratorio da elaborare nei prossimi due anni dovrà fondarsi sui diritti umani dei migranti e sulla diminuzione delle loro vulnerabilità”.
Per parte sua il ministro degli esteri italiano Paolo Gentiloni ha rilanciato da New York l’iniziativa dei “corridoi umanitari” portata avanti dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), dalla Tavola valdese e dalla Comunità di Sant’Egidio. “Mi auguro che sia assunta come best practice da un numero sempre più grande di paesi”, ha dichiarato il ministro.
Le chiese alle Nazioni Unite: rivedere insieme agli Stati le politiche migratorie
Al Palazzo di Vetro il ministro Gentiloni cita i corridoi umanitari