Roma (NEV), 5 ottobre 2016 – Non piace ai protestanti liguri la nuova legge in materia di “Disciplina urbanistica dei servizi religiosi” approvata dal Consiglio regionale della Liguria lo scorso 27 settembre e subito definita dai quotidiani locali come legge “anti-moschee” alla stregua delle analoghe normative delle Regioni Lombardia e Veneto – la prima dichiarata incostituzionale dalla Consulta, la seconda impugnata lo scorso giugno dal governo per incostituzionalità. Ad intervenire sull’argomento è stato il Concistoro della chiesa valdese di via Assarotti, a Genova, con un proprio comunicato stampa. Nel testo i valdesi del capoluogo ligure hanno definito la legge lesiva della libertà di culto sancita dalla Costituzione all’articolo 19; incapace di distinguere tra le esigenze di ordine pubblico e il diritto alla libertà di pensiero e di fede; tesa a giustificare “la paura dell’altro, del diverso, che purtroppo offusca la mente ed i sentimenti di una parte della popolazione”. Più di tutto, i valdesi del capoluogo ligure denunciano l’ingerenza della Regione, tramite proprie competenze relative all’urbanistica, in una questione come il rapporto tra la Repubblica e le confessioni religiose che compete all’ambito legislativo nazionale. Un’ingerenza indebita resa però possibile dall’assenza di una “legge nazionale sulla libertà religiosa che permetta la piena applicazione della libertà di culto”.
Libertà religiosa. I valdesi di Genova preoccupati per la legge regionale “anti-moschee”
Le nuove norme limitano le libertà costituzionali e invadono competenze della politica nazionale