Le chiese evangeliche presenti in Italia possono dividersi grosso modo in due gruppi: le cosiddette “chiese storiche” che risalgono al periodo della Riforma fino all’Ottocento, e le più recenti chiese dell’area cosiddetta “evangelical” o “evangelico-conservatrice”. In realtà, la distinzione tra i due gruppi è abbastanza fluida. Da un lato, infatti, le “chiese storiche” hanno comunque subìto l’influenza di teologie di tipo “risvegliato”; dall’altro, per molte chiese di area “evangelical” l’applicazione dell’aggettivo “conservatore” è quanto meno discutibile. Se le “chiese storiche” sono mediamente più aperte sul piano sociale e teologico, e partecipano attivamente al movimento ecumenico, la realtà degli “evangelical” è quella di chiese giovani, vive e in movimento; alcune di esse fanno parte della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI). Diamo di seguito alcuni cenni sulle principali denominazioni elencandole secondo la data della loro costituzione in Italia.
Valdesi (XII secolo). Nascono come movimento popolare di povertà e libera predicazione dell’evangelo e si diffondono in buona parte in Europa, ispirando altri movimenti di protesta, (in Boemia con Hus). Subiscono persecuzioni dall’Inquisizione. Aderiscono nel 1532 alla Riforma protestante. Dopo il massacro dei valdesi di Calabria (1561) sopravvivono nelle Valli del Piemonte, nonostante i tentativi di sterminio del 1560, del 1655 e del 1686. Ottengono i diritti civili nel 1848. Da allora si diffondono in tutta Italia. Seguono la confessione di fede riformata del 1655 ed hanno un’organizzazione sinodale-rappresentativa. Dal 1975 sono integrati con la Chiesa evangelica metodista d’Italia. Membri del Consiglio ecumenico (CEC), della Conferenza delle chiese europee (KEK) e della FCEI. Appartengono alla Comunione mondiale delle chiese riformate (WCRC). Sono circa 25.000.
Luterani (XVIII secolo). Presenti a Venezia sin dal tempo della Riforma, e in altre città dal XVIII secolo, si sono organizzati nel 1948 come Chiesa evangelica luterana in Italia (CELI); in maggioranza sono comunità di lingua tedesca; nel Golfo di Napoli esistono due comunità italiane. Sono membri della Federazione luterana mondiale, della KEK e della FCEI. Hanno un’organizzazione sinodale-rappresentativa. Sono circa 7.000.
Chiese cristiane dei fratelli (1833). Nati in Inghilterra con il nome di “Fratelli di Plymouth”, intendono essere un movimento di ritorno alla purezza dell’evangelo, in polemica con le chiese ufficiali. In Italia si diffondono in Toscana nei circoli risorgimentali (Guicciardini e Rossetti). Presenti in tutta la penisola, hanno la Bibbia come unica regola di fede e di vita. Non hanno un’organizzazione centralizzata. Rifiutano ogni rapporto con lo Stato e non partecipano a forme organizzate di ecumenismo. Non hanno statistiche: sono valutati a circa 20.000.
Metodisti (1859). Dal 1975 i metodisti italiani formano un’unica chiesa con i valdesi. Nascono per un vasto movimento di risveglio religioso in Inghilterra e in America nel secolo XVIII. In Italia si inseriscono nel risveglio culturale e religioso del Risorgimento. Nel 1904 nel metodismo è confluita la “Chiesa cristiana libera in Italia”. Si riconoscono nella confessione di fede del 1655 ed hanno lo stesso ordinamento sinodale-rappresentativo dei valdesi. Sono diffusi in tutta Italia. Membri del CEC, della KEK e della FCEI. Fanno parte del Consiglio mondiale metodista. Sono 5.000.
Battisti (1863). Eredi degli anabattisti, nascono nell’Inghilterra del ‘600. I battisti italiani sorgono da missioni americane e inglesi. Si richiamano alle dottrine fondamentali del protestantesimo, ma battezzano soltanto i credenti (e quindi non i bambini). La loro ecclesiologia è di tipo congregazionalista (autonomia della comunità locale). La maggior parte delle chiese battiste è in comunione con l’Unione cristiana evangelica battista d’Italia (UCEBI). Sono membri del CEC, della KEK, dell’Alleanza battista mondiale e della FCEI. Sono circa 6.000.
Avventisti (1864). Sorgono alla metà dell’Ottocento negli Stati Uniti; alla comune base protestante aggiungono accentuazioni particolari: l’osservanza del sabato invece della domenica e di alcuni precetti della legge dell’Antico Testamento, l’obbligo della decima, una particolare attenzione alla salute fisica. In Italia sono circa 20.000. Costituiscono una Unione di comunità. Dal 2007 sono osservatori della FCEI, con la quale già da tempo collaboravano in diverse commissioni di lavoro.
Esercito della Salvezza (1887). Più che una chiesa è un movimento organizzato di cristiani militanti, impegnati nell’evangelizzazione e in attività sociali. Ha struttura gerarchica con quartiere generale a Londra. In Italia sono presenti in circa 40 località. Stimati in circa 2.000 persone. Sono membri della FCEI.
Pentecostali (1908). Nascono negli Stati Uniti nei primi anni del Novecento come movimento popolare di risveglio fondato sui segni della presenza dello Spirito Santo: parlare in lingue e doni di guarigione. Sviluppatisi rapidamente, soprattutto nell’Italia meridionale, nel corso degli anni ’20 e ’50, tanto da preoccupare le autorità politiche, subirono durissime repressioni e furono praticamente fuori legge fino al 1959. Una parte rilevante dei pentecostali è organizzata nelle “Assemblee di Dio“, (circa 120.000). Accanto alle ADI esiste l’area delle cosiddette chiese pentecostali libere, all’interno delle quali si è costituita nel 2000 la Federazione delle chiese pentecostali (FCP; www.fcpitalia.org), aderente alla Federazione pentecostale europea, che intrattiene un dialogo ufficiale con le chiese valdesi e metodiste e con le chiese battiste, collabora con la FCEI in qualità di osservatore. Difficile stimare i pentecostali indipendenti: tutti insieme potrebbero essere circa 200.000.
Apostolici (1927). Nascono al principio del secolo nel Galles come movimento indipendente di ispirazione pentecostale per ristabilire la purezza della chiesa del tempo degli apostoli. Hanno una base di fede strettamente biblica e i ministeri di apostolo, pastore, profeta e anziano. Con centro a Grosseto, la “Chiesa apostolica” ha circa 3.500 membri. Alcune comunità apostoliche, con sede a Prato, formano invece la Chiesa apostolica italiana, membro della FCEI. Costituitasi nel 1979, si connota per la sua ricerca biblico-teologica radicata nell’impegno ecumenico e nel dialogo interreligioso.
Chiese di Cristo (1949). Esistono negli Stati Uniti fin dal primo Ottocento, si sviluppano in Italia nel secondo dopoguerra. Strettamente bibliche, hanno una grandissima indipendenza organizzativa, senza organi comuni. Circa 3.000 fedeli.
Chiese e movimenti evangelici liberi. Un gruppo di comunità evangeliche libere, di tipo battista, presenti soprattutto in Campania, costituiscono la Comunione di chiese libere, membro della FCEI. Esistono inoltre numerose altre comunità evangeliche indipendenti, gruppi di chiese, singole missioni, emittenti radiofoniche, scuole bibliche, che hanno in comune caratteri come: l’interpretazione letterale della Bibbia (fondamentalismo), l’indipendenza formale delle singole comunità, il battesimo dei credenti. Complessivamente possono essere stimati a 20.000.
Chiese estere in Italia. Dal tempo della Riforma sono esistite chiese estere, spesso all’ombra delle ambasciate. Attualmente vi sono chiese riformate svizzere, chiese in cui convivono riformati e luterani (la Chiesa protestante di Milano; la Comunità ecumenica di Ispra-Varese), anglicane, riformate scozzesi, ecc. per complessive circa 10.000 persone. Un caso particolare è quello della Comunità elvetica di Trieste, membro della FCEI, formata in gran parte da cittadini italiani. Numerosi (circa 400.000, secondo alcune stime) gli evangelici migranti, che iniziano a formare proprie comunità.
Complessivamente la popolazione protestante in Italia può essere stimata tra 350 e 430 mila persone.
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