Roma (NEV), 11 gennaio 2017 – Pena capitale. E’ il verdetto della Corte federale degli Stati Uniti contro Dylann Roof che il 17 giugno del 2015 fece una strage nella chiesa metodista afro-americana, la Emanuel African Methodist Episcopal Church di Charleston, nel South Carolina, assassinando a colpi d’arma da fuoco 9 persone, tra cui il senatore nero Clementa Pinckney, riuniti in preghiera in occasione di uno studio biblico. I dodici giurati del tribunale sono stati unanimi nel giudizio sulle aggravanti, in particolare la premeditazione e il crimine di stampo razzista, nonostante la posizione contraria alla pena capitale della stessa comunità, nonché della denominazione a cui fa riferimento: la Chiesa metodista Unita degli USA. Si tratta della prima condanna a morte negli Stati Uniti per crimini d’odio.
Il gesto del giovane suprematista lasciò sgomento il mondo delle chiese, e non solo. Lo stesso presidente USA Barack Obama pochi giorni dopo la strage rese vista all’antica congregazione afroamericana, e poche ore fa, nel suo discorso finale pronunciato a Chicago, non ha esitato a ricordare le sofferenze inflitte alla chiesa di Charleston dove però, ha detto, trovò grazia, amazing grace. Non una comunità evangelica qualsiasi, bensì un luogo simbolico della lotta dei neri d’America contro lo schiavismo.
Dylann Roof era già stato riconosciuto colpevole lo scorso mese per i 33 capi d’imputazione pronunciati nei suoi confronti. Il giovane non ha espresso rimorsi, né ha chiesto scusa, anzi. “Penso ancora che andava fatto, e lo farei di nuovo”, è stato il commento impassibile del ventiduenne subito dopo la pronuncia della sentenza da parte del procuratore. Anche se alcuni famigliari delle vittime hanno esultato su Twitter per la decisione della corte, la congregazione stessa ha ribadito attraverso le parole del suo pastore Eric Manning, che la comunità non sostiene la pena di morte. I membri di chiesa avrebbero preferito una pena detentiva a vita, e secondo uno studio dell’Università della South Carolina, una consistente maggioranza dei charlestoniani neri non avrebbero voluto l’esecuzione di Roof.
Trading the life of one sick man for 9 good people only compounds the tragedy. God Bless #MotherEmanuel. #CharlestonNine pic.twitter.com/fGGjAomGk0
— Rev Jesse Jackson Sr (@RevJJackson) January 10, 2017
A pochi minuti dalla sentenza il pastore battista e attivista dei diritti civili Jesse Jackson ha twittato: “Contrattare la vita di un uomo malato contro quella di 9 brave persone non fa altro che aggravare la tragedia. Dio benedica #MotherEmanuel #CharlestonNine”.