Roma (NEV), 19 gennaio 2016 – “Ci troviamo qui stasera, insieme, per celebrare l’apertura della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Questo è un anno importante per molte chiese, soprattutto protestanti, perché ricorre il Cinquecentenario della Riforma protestante. Essere qui, oggi, a Lampedusa, insieme per questa occasione, ha per noi un grande significato, come credenti di diverse confessioni cristiane uniti in preghiera”. Ha esordito così la valdese Marta Bernardini, operatrice dell’Osservatorio sulle migrazioni di Mediterranean Hope della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), che ieri sera è intervenuta dal pulpito della chiesa di San Gerlando durante la celebrazione ecumenica che ha aperto la Settimana di preghiera: la prima nella storia dell’isola.
“E’ stato bello vivere nella preghiera e nella condivisione spirituale quell’accoglienza che a Lampedusa mettiamo in atto quotidianamente”, ha dichiarato all’Agenzia NEV don Carmelo La Magra, parroco della chiesa. “Un momento intenso ed emozionante – gli ha fatto eco Marta Bernardini – che ha fatto vivere alla comunità cattolica lampedusana e a noi evangelici l’esperienza di una sincera unità nella fede. Da un’isola così carica di valore simbolico, ieri abbiamo ricordato che in qualità di cristiani siamo chiamati a diventare noi stessi ‘ambasciatori di riconciliazione'”. A partire dal tema scelto quest’anno per la Settimana – “L’amore di Cristo ci spinge verso la riconciliazione”, tratto dal testo della Seconda lettera di Paolo ai Corinti (5:14-20) – una preghiera comune è stata indirizzata “a tutti quei progetti ecumenici che si prodigano per gli ultimi del nostro tempo”, in primo luogo, dunque, al progetto dei “corridoi umanitari” che, insieme a Tavola valdese e Comunità di Sant’Egidio, la FCEI promuove nell’ambito di Mediterranean Hope, un progetto presente a Lampedusa da maggio 2014.