Profughi. Un anno di ponti aerei Beirut-Roma, contro i barconi della morte

Entro questa settimana saliranno a quasi 700 le persone giunte in Italia con il progetto ecumenico dei corridoi umanitari. Un anno di buone pratiche, non solo sul fronte del contrasto al traffico di esseri umani, ma anche nel campo dell'accoglienza e dell'integrazione

Aeroporti di Roma. Una famiglia siriana arrivata con i #corridoiumanitari in attesa delle procedure di identificazione

Roma (NEV), 27 febbraio 2017 – Tutti, anche i più piccoli, portano intorno al collo il loro “distintivo”: “Corridoi Umanitari” – contrassegnato dai loghi dei tre enti promotori: Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), Comunità di Sant’Egidio e Otto per mille delle chiese metodiste e valdesi. Sono i 50 profughi siriani – più della metà bambini – arrivati questa mattina in aereo dal Libano grazie al progetto-pilota ecumenico che proprio in questi giorni compie un anno.

Come le 540 persone prima di loro – grandi e piccoli, malati e invalidi, donne sole e incinte – hanno toccato terra alle 7, dopo essersi imbarcati da Beirut su quel volo ALITALIA, che li ha portati in tutta sicurezza e legalmente sull’altra sponda del Mediterraneo. “Signore e signori, vi diamo il benvenuto a Roma-Fiumicino”: anche dopo un anno di voli sicuri, 590 exit-permit ottenuti dalle autorità libanesi e altrettanti visti per motivi umanitari emessi dal Consolato italiano a Beirut; anche dopo centinaia di colloqui effettuati tra le baracche dei campi profughi e i quartieri più fatiscenti delle periferie libanesi, quella frase che il comandante pronuncia dopo l’atterraggio dall’altoparlante, riesce ancora a stringere i cuori degli operatori dell’equipe ecumenica, che in tutti questi mesi di delicati passaggi burocratici, emotivi ed esistenziali, sono stati sempre a fianco dei profughi.

Una famiglia siriana in una sistemazione di fortuna nella periferia di Beirut. Ultimi preparativi prima della partenza (foto: Sara Manisera)

Stremati e disorientati, ma sollevati, in aeroporto grandi e piccoli sono stati accolti dal team di operatori e volontari di Mediterranean Hope-Federazione delle chiese evangeliche in Italia e della Comunità di Sant’Egidio. Tutti i nuovi arrivati, fatti i dovuti controlli, guidati ed istruiti dalla polizia di frontiera, affiancati dallo staff ecumenico, avanzano subito la loro richiesta di protezione internazionale.

Un altro gruppo di 75 “passeggeri speciali” è atteso giovedì 2 marzo. Entro questa settimana saliranno così a quasi 700 le persone giunte in Italia con questo progetto: un anno di buone pratiche, non solo sul fronte del contrasto al traffico di esseri umani, ma anche nel campo dell’accoglienza e dell’integrazione; buone pratiche che i promotori vorrebbero vedere replicate anche in altri paesi dell’area Schengen. Tra breve daranno il benvenuto ai nuovi arrivati.

Profughi siriani in partenza per l’aeroporto di Beirut

Nel corso del briefing con la stampa previsto alle 11 al Terminal 3 sono attesi gli interventi di: Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia; Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Susanna Pietra, responsabile dell’ufficio Otto per mille della Tavola Valdese; Mario Giro, viceministro degli Esteri, e Domenico Manzione, sottosegretario all’Interno.

Scarica qui la scheda: Corridoi Umanitari – 27 febbraio 2017.

Ponte aereo Beirut-Fiumicino per profughi vulnerabili in possesso di visto umanitario