Roma (NEV), 2 marzo 2017 – “Sono ingiusto con voi?” E’ questo il tema, ispirato alla parabola dei lavoratori delle diverse ore (Matteo 20), scelto dalle donne delle Filippine per la Giornata mondiale di preghiera (GMP) 2017. Come ogni anno, il primo venerdì di marzo in oltre 170 paesi del mondo si terranno culti e incontri di preghiera ecumenici a cui parteciperanno donne e uomini di ogni cultura e tradizione.
Nel materiale liturgico-omiletico e informativo preparato per l’occasione, le donne filippine invitano a riflettere sulla diseguaglianza economica, le ingiustizie e la povertà. Nella celebrazione, alcune figure femminili raccontano la vita di tante donne e ragazze filippine vittime di violenza domestica o della tratta; di lavoratrici domestiche costrette a migrare all’interno del paese o all’estero; di donne con profonde ferite. Davanti a tanta sofferenza, la giustizia economica di Dio si pone in netto contrasto con l’economia guidata dai potenti della terra. Quella divina è un’economia dell’equità, per offrire una vita dignitosa a tutti.
Le donne filippine presentano il dagyaw, un modo di lavorare in comune e reciprocamente i campi, e di partecipare in modo equo alla raccolta. Pratica molto frequente tra gli agricoltori biologici, il dagyaw è “una buona prassi per costruire e mantenere una comunità, una dimostrazione di compassione e cura reciproca. Forse è questa la chiave per una risposta collettiva alla domanda: “Sono ingiusto con voi?”, dicono le donne filippine.
In Italia la Giornata mondiale di preghiera è organizzata da un comitato ecumenico presieduto da Elaine Cavanagh, maggiore dell’Esercito della salvezza. Nei diversi culti ecumenici che si terranno in Italia, le collette sono finalizzate al sostegno del progetto “Scuola materna” nel quartiere Mabolo della città di Cebu, nelle Filippine. La scuola è gestita dal Centro “Bukas Palad” (che in filippino significa “mani aperte”) del movimento dei Focolari.
L’istituzione della Giornata mondiale di preghiera delle donne risale al 1887 negli Stati Uniti, dove un gruppo di donne presbiteriane – preoccupate per i bisogni delle immigrate e delle ex-schiave – lanciò un appello per una giornata nazionale di preghiera. Il movimento si espanse rapidamente in altri paesi, fino a diventare mondiale.