Dai culti ammessi alla libertà religiosa

Riuniti alla Camera dal Centro studi sulle nuove religioni (CESNUR), politici, giuristi, storici, giornalisti ed esperti del settore hanno sottolineato l'urgenza di una legge sulla libertà religiosa, attesa ormai da anni

Da destra: Lucio Malan, Alberto Airola, Raffaella Di Marzio, Luigi Lacquaniti

Roma (NEV), 22 marzo 2017 – Non solo la politica, ma anche la scuola pubblica e i media generalisti condividono la responsabilità di promuovere la conoscenza del mosaico religioso che oggi contraddistingue la nostra società, perché solo conoscendo il fenomeno religioso e spirituale sarà possibile arginare radicalizzazioni di ogni tipo, non solo islamiste, ma anche xenofobe ed islamofobiche. È quanto emerso dal convegno “Libertà di religione e credo. Diritti umani, dialogo e inclusione sociale” promosso dal Centro studi sulle nuove religioni (CESNUR) e tenutosi nella giornata di oggi presso la Sala del Refettorio della Camera dei Deputati. Un incontro che ha posto al centro del dibattito l’urgenza di una legge sulla libertà di culto e di coscienza, una normativa che superi finalmente le vetuste leggi sui “culti ammessi” e che si dimostri all’altezza delle sfide imposte dalle nostre società pluraliste. “Il primo ddl in materia fu presentato nel 1990”, ha ricordato con amarezza Dora Bognandi dell’Associazione internazionale per la difesa della liberà religiosa, elencando tutte le proposte di legge succedutisi negli anni.

Da destra: Luigi Lacquaniti e Massimo Introvigne

“Lo strumento giuridico delle ‘intese’ non è più sufficiente, serve subito, e servirà sempre più spesso, avere delle disposizioni che tutelino tutte quelle realtà che non hanno o non vogliono avere un’intesa con lo Stato”, ha dichiarato durante il suo intervento l’onorevole Luigi Lacquaniti (PD). Anche il senatore Alberto Airola (M5S) ha riconosciuto l’urgenza di una legge sulla libertà religiosa, specificando però che nessuna proposta in tal senso sarebbe in grado di concludere il suo iter parlamentare entro la fine di questa legislatura. Dal canto suo, il senatore Lucio Malan (FI) ha sottolineato la difficoltà oggettiva di costruire una maggioranza parlamentare su un testo per una legge in materia, ma ha dichiarato di guardare con interesse alla proposta elaborata in questi anni da un gruppo di giuristi coordinati dal costituzionalista Roberto Zaccaria, una bozza di lavoro che il prossimo 6 aprile verrà presentata presso la “Sala Zuccari” del Senato delle Repubblica.

Tra gli altri intervenuti Paolo Naso  coordinatore della Commissione studi-dialogo- integrazione della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) e coordinatore del Consiglio per l’islam per conto del Ministero dell’Interno -, secondo il quale sarebbe essenziale una legge “moderna”, che consenta al recente “Patto nazionale per l’islam italiano” di avere una prospettiva effettiva nel futuro prossimo. Anche per quanto concerne il clima culturale intollerante, che Naso non teme di definire “islamofobico”, questo potrà essere meglio superato proprio grazie ad una legge sulla libertà di culto.

Concludendo i lavori, il direttore del CESNUR Massimo Introvigne ha fatto riferimento a quanto sta accadendo in queste ore in Russia – dove i luoghi di culto dei Testimoni di Geova sono a rischio chiusura – e ha rivolto ai politici presenti in sala queste parole: “Vi invito a guardare a cosa sta succedendo anche oltre i nostri confini, perché in tempi di populismo non si è mai sufficientemente solerti nel difendere il diritto alla libertà religiosa”.

Secondo il CESNUR in Italia ci sono 836 minoranze religiose, che rappresentano il 9,3% delle popolazione.